regia Nanni Moretti
sceneggiatura Nanni Moretti, Francesco Piccolo, Valia Santella
con Margherita Buy, John Turturro, Giulia Lazzarini, Nanni Moretti, Beatrice Mancini
produzione Sacher Film, Fandango, Le Pacte
distribuzione Le PacteCompétition – Festival de Cannes 2015
Margherita sta girando, da regista, un film sul mondo del lavoro con un eccentrico attore americano. Ma Margherita ha anche una madre ricoverata in ospedale, che, a detta dei medici, non ha più molto tempo e che assiste assieme al fratello Giovanni.
La concentrazione, necessaria per girare un film così improntato sulla sfera pubblica e politica, è minata continuamente dalle istanze del privato e dalla minaccia sempre più concreta della morte della madre. Il tutto non può non sfociare in un confronto doloroso, innanzitutto, con se stessa.
Già in altri film Moretti ha affrontato se stesso attraverso i suoi alter-ego cinematografici. Ma in questo caso è evidente il passo in più, lo scarto. Ora il confronto è con il ruolo del regista nella sua funzione di direzione. Già in film come “Il Caimano” e “Habemus Papam” aveva messo in disparte se stesso ma in favore di personaggi “politici” che avrebbero affrontato per lui le domande, sia pubbliche che private, che si poneva.
Ma “Mia Madre” è anche un film sul cinema, sul rapporto tra realtà e finzione.
La dimensione politica e pubblica, il racconto della lotta degli operai e della crisi economica così come trapelano dal film nel film sembrano svuotati d’urgenza. Lo scarto decisivo è questo: la dichiarazione di inadeguatezza.
Il cinema è ancora in grado di raccontare il presente politico e sociale? davvero è e ed è stato solo questo il punto del cinema di Moretti? Questa virata intimista del film non è però un rifugio. Anzi. In questo confronto così forte tra pubblico e privato, personale e politico, il film ci sembra un manifesto, cupo e doloroso, del nostro tempo. Sicuramente, per ora, il film più impressionante visto in concorso e che, non a caso, conquista dieci minuti di applausi alla proiezione per il pubblico.