appunti dal festival.
In chiusura di festival, ci abbandoniamo a una passeggiata sulla croisette.
Un festival che sembrava sottotono in corsa, ci appare ora, sul finire, semplicemente in sottrazione e comincia ad affiorare con lentezza possente. Da Desplechin e Amalric, marchio iniziale di un meraviglioso cinema inafferrabile, a Carpignano e Balagov che ci hanno letteralmente sorpreso, rispettivamente, con A Ciambra e Tesnota. Ci appaiono ancora i 24 Frames di Kiarostami, i Visages villages della Varda e, in trasparenza, Sophia Coppola e il suo personale, rarefatto, lontano da Don Siegel, remake di The Beguiled.
Non da ultimo… abbiamo incontrato un cinema italiano straordinariamente vivo in questa Cannes. Oltre al già citato Carpignano, pensiamo che Sicilian Ghost Story di Grassadonia e Piazza segni una tappa importante nel nostro cinema.
«Anni di solitudine gli avevano insegnato che i giorni, nella memoria, tendono a uguagliarsi, ma che non c’è un giorno, neppure di carcere o d’ospedale, che non porti una sorpresa che non sia, controluce, un rete di minime sorprese.»
[Jorge Luis Borges – L’Aleph]
Nota: per gli ‘occhi sulla croisette’ si ringrazia lo smartphone di Feelmare.