regia Lukas Dhont
con Victor Polster
Belgio, 2018Un Certain Regard – Festival di Cannes 2018
La parola «teenager» era stata inventata da poco, e non gli passò mai per la testa che quella dolorosa, dolcissima sensazione di lontananza dal resto del mondo potesse provarla come lui anche qualcun altro (Ian Mc Ewan)
Il cambiamento fa parte di tutto l’arco della vita ma l’età adolescenziale è, per definizione , un’età di transito. Per la prima volta si è spettatori consapevoli del cambiamento in atto. Lara ha quindici anni e diventare una stella della danza è per lei una ragione di vita assoluta. La sua storia è particolarmente intensa perché deve convincere il suo corpo, quello di un ragazzo in cura ormonale per cambiare sesso, a piegarsi alla disciplina ossessiva che può permettere di primeggiare.
Allenamento estenuante e ricerca del proprio io, ostinazione e identità, sono i caratteri distintivi di una ragazza che non vuole distrazioni rispetto ai suoi obiettivi, neanche quelle del padre che, da sempre solidale in ogni scelta, si preoccupa alla vista di una figlia con un corpo che rischia di cedere da un momento all’altro.
Il regista, al suo primo lungometraggio, assume il punto di vista di Lara (interpretata dal sorprendente Victor Polster, anche lui al suo primo film), le sta addosso con la mdp facendo emergere il suo sguardo sulle cose e sugli altri. Dal volto di lei, come riflesso, traspare tutto. Un esordio interessante.