Un semplice barattolo custodito su una mensola della cucina, un piccolo foglio di carta piegato al suo interno e un mistero creato attorno ad esso possono costituire il legame tra diverse esistenze. Carla Marcone e il suo romanzo Fiori di carta – edito dalla casa editrice Scrittura & Scritture – spiegheranno come.
Titolo: Fiori di carta
Autrice: Carla Marcone
Casa editrice: Scrittura & Scritture
Anno: 2005
Maria, Clara, Rossella, Gino, Elena e Linda, Piera, Fabian, la suora Robespierre. Sono tutti nomi e persone, ma sono soprattutto fiori di carta che nascono già morti o che muoiono senza aver mai vissuto. Le parole di Maria sono emblematiche in tal senso: «Noi…noi tutti…siamo come i fiori di carta che Fabian vendeva un tempo, siamo così…di carta…finti…non siamo veri».
I brevissimi capitoli sono la cornice entro cui sono racchiuse le storie dei personaggi, storie piccole e semplici, ma grandi e in qualche modo eroiche proprio nella loro piccolezza. Le loro vite si intrecciano in questo romanzo corale: sono unite da un legame e soprattutto da un mistero custodito gelosamente e per anni da Maria in un barattolo decorato con girasoli gialli.
Una parola che può racchiudere il senso del romanzo è accennare: le varie esistenze non sono mostrate appieno, ma appunto accennate, e si riveleranno completamente solo nell’inaspettato finale che chiude un cerchio, che cerchio in realtà non era stato dall’inizio. Accennate sono anche le coordinate spazio – temporali, perché l’ambientazione è un’isoletta imprecisata del Mediterraneo e le vicende si snodano lungo un arco cronologico che non viene esplicitamente definito, ma che sembra coprire un periodo che va dagli anni precedenti la seconda guerra mondiale fino al post Sessantotto e ai primi anni Novanta. Sono meccanismi che tentano probabilmente un effetto di straniamento proprio del grande romanzo europeo del Novecento, ma che spesso si risolvono in un’indeterminatezza fine a se stessa, in una difficoltà di comprensione delle molteplici vicende e in un mancato approfondimento dell’impianto micro e macro – narrativo. Siamo tuttavia davanti ad un’opera prima di un’autrice che in lavori successivi – Teresa e la luna – ha mostrato ben altri livelli di sensibilità.
Amore, rabbia, odio, disprezzo, indifferenza: i sentimenti umani, invece, ci sono tutti, e sono approfonditi e resi con toni che vanno dalla dolcezza più delicata a quelli più rabbiosi e avvelenati. Essi risultano anche amplificati perché vissuti su un’isola che, per indefinita che possa essere, conserva tutto il fascino e il carnale tradizionalmente legati alle dimensioni isolane e alle persone che vi abitano, che con essa hanno un legame particolare e forte. Su quest’isola – e anche lontano da essa, in storie di rimpianto e di sconfitta personale come quella di Marlene – le vicende e i sentimenti individuali si innestano gli uni sulle altre e viceversa, come germogli di fiori di carta.