Carta Bianca, di Andrés Arce Maldonado, Ita 2013, 90’
Distribuzione Distribuzione Indipendente
in uscita giovedì 26 giugno 2014
Andres Arce Maldonado trae spunto da una storia di cronaca nera che, secondo il regista, ritrae la fotografia del climax della vita di una persona.
Kamal, Lucrezia e Vania sono tre personaggi le cui storie s’incrociano il giorno prima di san Valentino: il primo è uno spacciatore marocchino in lotta per rimanere in Italia, la seconda un’imprenditrice italiana minacciata dagli usurai e l’ultima una badante moldava che vuole scappare dal proprio passato.Le disgrazie che capitano a ognuno di loro nello stesso giorno li porteranno a seguire percorsi diversi per sopravvivere e perseguire il proprio obiettivo: inevitabilmente però, i tre protagonisti saranno artefici l’uno del destino dell’altro.
Risultato di una triplice sceneggiatura, Carta Bianca si presenta come la fusione di tre storie diverse concepite per essere dei cortometraggi; lo sceneggiatore Andrea Zauli ha poi frammentato e ricostruito con precisione lelinee narrative dando vita a un’unica sceneggiatura per la costruzione di un lungometraggio di matrice indipendente. Con un costo di circa quindicimila euro e girato in meno di un mese, non bisogna sottovalutare, infatti, la qualità espressiva e l’intensità con la quale ogni artista ha lavorato in Carta Bianca. Oltre a una buona sceneggiatura, anche la fotografia è stata diretta egregiamente; ogni inquadratura è bella da vedere e la luce suggerita è sempre velata da una sottilissima profondità di campo. Per quanto riguarda l’aspetto produttivo legato alla verosimiglianza delle immagini, Carta Bianca sorprende per essere un film girato in una parte di periferia di Roma che non mostra solo il degrado: le location descrivono degli ambienti sulla misura della storia senza mostrare troppo o troppo poco della città nella quale vivono.
Tutti e tre i protagonisti del film sono dei predestinati, le loro storie sono da subito avvolte nella negatività degli ostacoli che non riescono a superare. Spicca più delle altre la storia di Kamal, ispirata a un fatto realmente accaduto che ha dato l’incipit alla trama del film: nel 2010 infatti, a Ferrara, un immigrato marocchino morì di freddo davanti all’indifferenza dei passanti. Ciò che traspare nel film non sembra essere il razzismo – nonostante si parli di problemi di extracomunitari –, bensì le sue conseguenze, che sfociano nell’indifferenza della gente. Ben più grave del razzismo stesso.