
Massimo Popolizio | Ragazzi di vita
Il Teatro Argentina ha dato il via alla Stagione Teatrale 2016/17. Ragazzi di vita, di Pier Paolo Pasolini, per la regia di Massimo Popolizio, è stato un ottimo apripista.
Il Teatro Argentina ha dato il via alla Stagione Teatrale 2016/17. Ragazzi di vita, di Pier Paolo Pasolini, per la regia di Massimo Popolizio, è stato un ottimo apripista.
Simone Perinelli con Luna Park – Do you want a cracker? riesce in poco più di un’ora di spettacolo a trascinare il suo pubblico in un vortice di pensieri/parole capaci di far compiere un viaggio.
Dall’omonimo libro di Claudio Fava, viene raccontata la vera storia dei desaparecidos dell’Argentina del 1978.
“Caffettiera Blu”, di Caryl Churchill, é una parola parassita, che viola il testo insinuandosi in esso. Così come il protagonista Derek, si appropria dell’identità altrui, manipolandole a proprio piacimento. Senza spiegare il perché delle sua azioni, Derek è un personaggio enigmatico, incomprensibile, esattamente come la parola Caffettiera blu, definizione che man mano si diffonde nelle battute degli attori, fino a eliminarle.
Il Teatro Biblioteca Quarticciolo apre la stagione di danza 2016/17 con la compagnia Atacama di Patrizia Cavola e Ivan Truol, che presenta in questo teatro della cerchia dei Teatri in Comune la sua nuova e fresca produzione, Cappuccetto Rosso: il lupo e la fanciulla.
Torna ospite al Romaeuropa festival 2016, dopo il successo di Cuisine & Confessions dell’anno scorso, Les 7 doigts.
Uno spettacolo per tutte le età che accomuna le diverse arti performative nella sua semplicità e necessità di farsi sentire e di scatenare una briosità nell’animo umano.
La coreografa Ann Van den Broek ha proposto al Teatro Vascello la sua The Black Piece, spettacolo del 2014, un manifesto di tutta la sua danza e il suo mondo coreografico
Lo storico leader dei Bauhaus in concerto al Quirinetta Caffè con lo Stripped Tour con cui arriverà in America.
Il Teatro Vittoria ospita D’Annunzio Segreto, per la regia di Francesco Sala, che dipinge un D’annunzio sospeso fra le proprie verità di dolore e il bisogno di soffocarle nel lusso e nel superfluo.
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