Teatri di Vetro 10 | S’odinonsuonare | Si serve il numero…
Con Si serve il numero… l’ingresso di Carrozzerie n.o.t diviene la sala d’attesa di un ufficio sospeso nel tempo e nello spazio.
Con Si serve il numero… l’ingresso di Carrozzerie n.o.t diviene la sala d’attesa di un ufficio sospeso nel tempo e nello spazio.
Il pubblico prende posto immerso in un silenzio reverenziale, quasi liturgico. A nessuno degli spettatori presenti viene l’istinto di parlare, di alzarsi o di domandarsi come mai è da un pò che si è seduti in silenzio senza che apparentemente nulla accada.
“Il nostro domani sarà più luminoso del nostro ieri. Ma chi ci garantisce che il nostro dopodomani non sarà peggio del nostro altroieri?” Così esordisce Ascanio Celestini alla prima nazionale de Il nostro domani, con il quale riapre la stagione del Teatro Biblioteca Quarticciolo
All’interno del Romaeuropa Festival 2016, la L-E-V Dance Company di Sharon Eyal e Gai Behar presenta OCD LOVE, un lavoro sensuale ed avvolgente che racconta in maniera esplicita e molto carnale l’amore.
Slurp è l’onomatopea del verbo leccare – con gusto – e Travaglio, accompagnato dalla divertente e azzeccatissima Giorgia Salari, parla con la sua peculiare e pungente ironia di giornalisti, politici, imprenditori e chi più ne ha più ne metta, dediti ciclicamente ed eternamente, come in un girone infernale dantesco, a leccare i potenti di turno.
Assai arduo è raccontare senza svelar troppo uno spettacolo di questa intensità e potenza metaforica che fa dell’essere e non essere il paradigma di tutto l’apparato drammatico. Roberto Latini porta in scena una rielaborazione della riscrittura di Heiner Müller che negli anni ’70 aveva composto Die Hamletmaschine.
La compagnia di Simona Bertozzi ha portato al teatro Vascello per la decima edizione del Festival teatri di Vetro, una versione inedita dello spettacolo Prometeo.
Si passano in rassegna le più belle canzoni italiane e alcuni grandi successi della musica internazionale. Per quanto si narri la storia d’Italia con tutti i fatti drammatici che la puntellano, lo spettacolo non perde mai il suo approccio leggero e poetico, dove la gioia e la voglia di divertirsi insieme come comunità, vincono su tutto.
Cassiers evita ogni naturalismo, sulla scena non appare mai un simbolo nazista; a tale scopo la scenografia si compone d’istallazioni astratte, ispirate principalmente alle opere di Christian Boltanski, che creano immagini simboliche e fuggono il facile realismo. Cassiers si concentra principalmente sulla vicenda militare, sull’analisi del discorso nazista che spiegò e giustificò lo sterminio degli ebrei.
Un lavoro di ricerca corporea per tracciare una mappa fisico-emotiva dell’uomo realizzato da Manfredi Perego, ospite della decima edizione di Teatri di Vetro.
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