Venezia 73 | I premi di Orizzonti
La sezione Orizzonti di Venezia 73 premia un documentario italiano: Liberami di Federica Di Giacomo.…
La sezione Orizzonti di Venezia 73 premia un documentario italiano: Liberami di Federica Di Giacomo.…
La giuria di quest’anno, presieduta da Sam Mendes, ha assegnato il Leone d’oro a The…
I due protagonisti e registi dello spettacolo interpretano il testo con il loro marchio di fabbrica. Una fisicità ben congeniata e dettagliata, una capacità dialettica precisa e tagliente, una presenza scenica forte e ironica al punto giusto.
Il conflitto di Creonte si dibatte fra autorità e potere, mostrando a pubblico una scena vista e rivista, una situazione vissuta mille volte e mille altre ancora nella vita, situazione che si può riassumere con l’espressione: <>.
Ma chi ha davvero le mani legate, il carnefice o la vittima? il giudice o il giudicato? il popolo o il potere?
Una stanza fisica e mentale, claustrofobica, che i due protagonisti sembrano detestare ma dalla quale non hanno intenzione di uscire, per abitudine tanto quanto per timore di scoprire che spesso si può confondere la violenza di uno stupro con la passionalità del fare l’amore.
Fra gli spettacoli che hanno aperto la prima settimana del Roma Fringe Festival – festival teatrale internazionale arrivato alla sua V° edizione romana, posticipata dal consuetudinario appuntamento d’inizio estate – troviamo Viviamoci, di e con Giorgia Mazzuccato, interprete arrivata finalista lo scorso anno.
Osso, Mastrosso e Carcagnosso sono tre cavalieri spagnoli giunti in sud Italia, caratterizzati da una peculiarità: rispettivamente hanno fondato mafia, camorra e ‘ndrangheta, per poi divenire, subito dopo la morte, i santi protettori delle tre organizzazioni malavitose.
regia Stéphane Brizé con Judith Chemla, Jean-Pierre Darroussin, Swann Arlaud, Yolande Moreau, Olivier Perrier, Clotilde Hesme,…
Alce Rossa|conversazioni ed incisioni Nel mio girovagare capita di imbattermi in esperienze emotive decisamente appaganti.…
The witch, primo lungometraggio di R. Eggers, mostra come sia possibile realizzare un superbo horror senza cadere in eccessi e ripetizioni.
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