Daniele Salvo | Agame’ – Primo Studio Sentiero I – LSD
di Giuseppe Manfridi regia Daniele Salvo con Tommaso Arnaldi, Martina Cassenti, Martina Corsi, Claudio Di Paola,…
di Giuseppe Manfridi regia Daniele Salvo con Tommaso Arnaldi, Martina Cassenti, Martina Corsi, Claudio Di Paola,…
“E’ impossibile comprendere una figura del passato, tanto meno un genio se non si sia mai fatto il tentativo di comprendere se stessi”
di Fabio Pisano regia Gina Merulla con Alessandro Catalucci, Fabrizio Facchini, Francesco Meloni e Carlotta Sfolgori produzione Teatro…
Il Giocatore è forse tra i testi di Dostoevskji, quello che può trarre maggiormente in inganno. La brevità del romanzo, in particolare, può illudere anche in il lettore più inesperto.
Un’opera drammatica, due monologhi che tengono con il fiato sospeso, due storie attuali in grado di suscitare ancora rabbia e paura.
Tra i fumi da concerto rock provenienti dal palco che pervadono il naso, si ha l’impressione di fare un’esperienza teatrale totale dove concettualità, emozione, narrazione, musica, spazio, tempo e perfino odori trovano una loro mistica intesa, ed è come ritrovare un vecchio amico carissimo che credevi di avere perso.
“Il mondo esiste solo nell’epifania del volto dell’altro” dice Emmanuel Lèvinas, dal cui concetto di “asimmetria” in relazione ai rapporti umani prende spunto lo spettacolo. Francesca Foscarini e Andrea Costanzo Martini si scoprono, si nascondono e interagiscono tra loro e con il pubblico attraverso lo sguardo, motore primo di tutto il corpo, che vive di una spiccata libertà e asimmetria di movimento.
Con il tipico linguaggio scarno e immediato dei Babilonia Teatri, si delineano i profili di volti che vogliono sfuggire alla classificazione, all’appiattimento bieco e semplice del pensare comune e urlano con parole simili a pietre il loro desiderio bruciante di vita, di paradiso sùbito.
RancoreRabbia è un disperato tentativo di risvegliare la comunità, una sequenza di scene di vita quotidiana che in un modo o nell’altro appartengono ad ognuno di noi, perché sono emblema dell’Italia tutta.
Una semplicità disarmante avvolge lo spettatore proiettandolo in un sogno o in un libro incantato. Floor muove i suoi piccoli piedi su uno spazio vuoto abitato da sei palloncini verdi che colorano l’aria, danza nel suo vestito rosa. Sembra una grande bambola di porcellana. I movimenti stilizzati accarezzano lo spazio e ci giocano.
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