musicisti: John Chantler in apertura, Pierre Bastien a seguire. musiche di John Chantler e Pierre Bastien quando: 22 Febbraio 2015 dove: Ex Cartiera Latina Roma, 90 dB Festival delle Arti Sonore
Si è svolta a Roma lo scorso fine febbraio, l’edizione invernale del 90dB Festival delle Arti Sonore. I concerti e le installazioni hanno potuto godere ancora una volta della suggestiva location della ex Cartiera Latina situata sulla via Appia Antica. Nel corso della serata conclusiva, si sono esibiti due fra i più originali musicisti della scena internazionale attuale, vale a dire John Chantler e Pierre Bastien
https://vimeo.com/24460592
John Chantler è un musicista australiano che ha vissuto in Svezia, Gran Bretagna, Giappone. Abile sperimentatore e conoscitore della sintesi sonora, Chandler ha offerto una musica molto varia, dove il gioco di bassi vibranti sottoposti ad lfo (Low Frequency Oscillator – oscillatore a bassa frequenza) variabili, si alternava a figurazioni granulari ad altissima frequenza. Diminuita la distanza spettrale fra le parti, si è affermata per contro una crescente densità degli eventi. Sequenze elettroniche frastagliate, intonavano distanze di semitono. La regolarità dello step sequencer raccoglieva poi la sfida di organetti leggeri e acidi, mentre ricomparivano impulsi a bassa frequenza. L’organetto si confondeva, così da esaltare risonanze pungenti, mentre i colpi di basso lasciavano il posto a forme di rumore a bassa frequenza. Quando un processo di morphing convertiva gli impasti sonori presenti, la fascinazione sui volti del pubblico raggiungeva il suo climax.
sito web di John Chantler: http://inventingzero.net/home/
Che dire di Pierre Bastien, compositore francese, straordinario polistrumentista antesignano di una musica creata da sistemi meccanici in movimento. Il dinamismo delle rotelle in ferro e delle lamine percussive, evocava qualcosa proveniente dal passato, ma che più di ogni altra tecnologia poteva essere espressione della nostra contemporaneità variegata, in continua evoluzione. Gli oggetti di meccano, composti da ruote, corde percosse, ventole, producevano ora battiti impulsivi, ora sfregamenti morbidi, ora contrappuntavano con delle voci di neri americani, magicamente comparsi nella texture musicale e sullo sfondo, in uno schermo video posto dietro la postazione dell’artista. A completare l’atmosfera di frizzante vivacità, le incursioni strumentali del Bastien esecutore che si cimentava con trombette modificate, con corde vibranti percosse da archetti gracidanti, in una burrascosa orchestrina dai toni giocosi e melanconici. La telecamera mobile, riprendeva gli oggetti meccanici in movimento e la lente di ingrandimento dell’inquadratura veniva proiettata dietro l’artista facendoci entrare nel suono del meccano. Mood molto vari si alternavano in scena. Prima i toni francesi e nostalgici, con la proiezione sullo schermo di una donna esecutrice al violino. Poi le suddivisioni ritmiche di una batteria meccanica con i sincroni sulle mani di un percussionista proiettato a noi chissà da quale epoca. Il compositore mago, proseguiva a sciorinare il suo mondo di sorprese tirando fuori dal cilindro working bass coadiuvati da ingranaggi in rotazione, flauti di pan che dialogavano con ritmi tribali. Ambient? Anche il momento disteso e ricorsivo si presentava nella serata incantata. Il pubblico non voleva che tutto questo mondo surreale di giocattoli fischiettanti si dissolvesse così presto, in una sola ora.
