Circo Bordeaux: Siamosolonoi

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Dall’8 al 20 gennaio al Piccolo Eliseo Patroni Griffi, Michele Riondino e Maria Sole Mansutti in Siamosolonoi: una messinscena che fa riferimento alla teoria dei giochi.

Siamosolonoi

Di: Marco Andreoli
Con: Michele Riondino e Maria Sole Mansutti
Regia: Circo Bordeaux
Aiuto regia: Alessio Piazza
Disegno luci: Luigi Biondi
Musiche originali: Teho Teardo
Attrezzista di scena: Francesco Traverso
Scene: Fabrizio D’Arpino
Video: Marco Quintavalle
Trucco e costumi: Eva Nestori
Sarta: Emanuela Pagliarini

Dall’8 al 20 gennaio 2013 – Piccolo Eliseo Patroni Griffi, Roma

Siamosolonoi è un contenitore: è una cucina al riparo dalla guerra, è una stanza dei giochi, una camera dei delitti, una casa con finestre e porte sbarrate dall’interno. Ma ciò che sta alla base di Siamosolonoi è la storia di un amore patologico, morboso, immaturo.

All’inizio, Savino e Ada sono due bambini che inventano storie fantastiche e giocano a rincorrersi. La pièce fa infatti riferimento alla teoria dei giochi, la scienza che analizza le situazioni di conflitto e studia le decisioni individuali dei soggetti coinvolti. I due protagonisti applicano alla loro vicenda amorosa, il rigore che i bambini usano nei loro giochi di finzione.

All’interno di una cucina oversize, Michele Riondino e Maria Sole Mansutti creano un’infanzia: le credenze sono così in alto che è necessario munirsi di un rialzo per poter aprire gli sportelli; le sedie permettono alle gambe di penzolare nel vuoto. Eppure, il candore dell’arredamento è violato da inquietanti indizi: schizzi di sangue, luci rosse che si accendono negli armadietti, un cadavere.

Il testo di Marco Andreoli ci pone di fronte a un duello amoroso dolcissimo e spietato. Accecati dal trasporto, atterriti dal mondo esterno, Ada e Savino si rifugiano in una promessa che seguono alla lettera, quella di non lasciare mai l’altro. E sulla scena i soggetti coinvolti divengono metafore di loro stessi: Ada non è forse una meravigliosa bambola di pezza, immobile eppur in grado di ammaliare? Savinio non è forse un cavaliere impavido che ha affrontato persino se stesso fino all’ultimo sangue?

Siamosolonoi sonda le acque torbide dell’amore: elaborazione del lutto, senso di colpa, bisogno d’evasione, timore dell’abbandono. Dai racconti fantastici che Ada narra con ostinatezza pur di aizzare la curiosità di Savino e tenerlo attaccato alla sottana, alla quotidianità di un pasto sempre a base di tonno confezionato in bellissime lattine. Passano gli anni e la memoria si distorce, i fuochi d’artificio diventano bombe, la percezione del reale è alterata. Ma Savino sembra aver distolto lo sguardo, cerca le strade, i prati, i concittadini. Il suo immaginario si concretizza: dalle credenze si accede alla dimensione della sua fantasia.

I due personaggi eseguono voli pindarici e temporali; inventano storie di ogni genere, passano dall’età infantile a quella adulta, si trasformano in giocattoli, o nei protagonisti di uno dei loro racconti.

La messinscena è magistralmente curata collettivamente dalla compagnia Circo Bordeaux. La scenografia non poteva essere più adatta. Ineccepibile l’interpretazione degli attori: la Mansutti è instancabile, credibile e magnetica in ogni istante.

Siamosolonoi è una gara, chi ama di più vince o perde?

«Ti voglio bene come l’infinito».

«Ti voglio bene come l’infinito più uno: ho vinto io, sì!».

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Redazione

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