Istanbul. Anni Venti. In un fumoso e anonimo locale va in scena Clitennestra: nomade, eterna, senza storia. In un immaginario caffè, un buco nero tra il nulla e l’addio, che inghiotte e rimescola le carte del mito, la donna che ha dato la morte, con la complicità del figlio Egisto, al tanto amato marito Agamennone, rivive e racconta la sua storia. La Clitennestra, pièce tratta dal libro Fuochi di Marguerite Yourcenar, prende vita in questa fuga dal tempo, introdotta dalla poesia Ascolto Istanbul a occhi chiusi, del turco Orhan Veli Kanik, letta magistralmente come un aedo greco da Omar E. As.
Voci, bisbigli, ricordi, urla, pianti si accompagnano alle antiche visioni tra le pieghe del mito, alla ricerca del desiderio non ancora sopito. Un monologo di un’ora circa, in difesa di se stessa, per vendicare il fausto sacrificio della figlia Ifigenia da parte del suo uomo Agamennone, allo scopo di ingraziarsi il favore degli dei. Ella sa bene di custodire in sé tutti i segreti inconfessabili del suo pubblico; a lei l’arduo compito di riportarli alla luce.
Francesco Marchetti suona dal vivo al piano, mentre Anita Bartolucci canta il passato. Memorie, gesta, glorie che furono. Corsa a perdifiato per raccontare l’amore come forza totalizzante, verso un solo uomo, con una dedizione vissuta con tale intensità da portare ad una lenta e triste agonia quando questo incantesimo si spezza.
Come in un perfetto dramma wagneriano, il sentimento cosmico dell’amore risulta estremamente affascinante proprio perché, nel suo essere tremendamente immenso, contiene in sé l’abbacinante attrazione della dissoluzione.
Colonna portante di questa riduzione è proprio la consapevolezza dell’impossibilità contemporanea di provare un sentimento così inevitabilmente arcaico, classico, che oggi è allegramente scomparso. Colpiscono le immagini dei video montati sullo sfondo del telo, alle spalle della protagonista: Kemal Ataturk e la sua rifondazione nazionale, la battaglia dei Dardanelli e vari spezzoni di pepli hollywoodiani. Queste raffigurazioni fanno presagire una nuova guerra alle porte, una nuova Troia da abbattere.
L’attrice ha dichiarato, in merito al suo personaggio: «Clitennestra è presentata da un’angolazione completamente diversa dalla protagonista classica. E’ una donna più contemporanea e meno aristocratica. E’ la rappresentazione del sentimento fatale e irreversibile che induce una donna a consacrarsi a un uomo per tutta la vita. Oggi siamo disabituati a legami totalizzanti, perché prevale uno sfarfallio amoroso molto effimero e superficiale».
CLITENNESTRA
tratto dal libro “Fuochi” di Marguerite Yourcenar
traduzione Maria Luisa Spaziani
con Anita Bartolucci
regia scenica e realizzazione video Maria Luisa Bigai
produzione Associazione Culturale Musamoi
composizioni originali Alessandro Molinari
Dal 19 al 29 Gennaio 2012 – Ridotto del Teatro Mercadante, Napoli