Debutta in prima nazionale al Teatro Vascello a Roma la nuova produzione della compagnia di danza Atacama. Dal 27 al 29 Marzo i direttori della compagnia, Patrizia Cavola e Ivan Truol, hanno presentato il loro nuovo organico con una creazione ispirata dal libro Cabaret Mistico di Alejandro Jodorowsky, dal titolo enigmatico quanto accattivante: Galleggio, Annego, Galleggio.
Galleggio, Annego, Galleggio Ideazione, coreografia e regia: Patrizia Cavola – Ivan Truol Con: Valeria Baresi, Anna Basti, Ilaria Bracaglia, Cristina Meloro, Marco Ubaldi Musiche Originali: Epsilon Indi Costumi: Medea Labate – Eva Seeber Luci: Danila Blasi Promozione e Ufficio Stampa: Benedetta Boggio 369gradi Produzione: Atacama | MIBAC Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Dipartimento Dello SpettacoloRegione Lazio – Assessorato Cultura, Arte e Sport – Area Spettacolo dal Vivo Residenza: La Scatola Dell’Arte, CORE Officina Coreografica Dal 27 al 29 marzo 2013 – Teatro Vascello, Roma Vai al sito della Compagnia Atacama
Lo spettacolo nasce da un lavoro sperimentale e dalle improvvisazioni del materiale umano che i due coreografi avevano a disposizione. I due direttori e fondatori della compagnia hanno guidato e plasmato la materia coreografica lasciandosi ispirare dalle culture e dalle tradizioni filosofiche Sufi, Buddhiste, Alchemiche, Koan, Haiku, Zen, Tibetane che hanno ispirato il libro di Jodorowsky.
La scena delimitata da un evocativo cerchio di luci che cambiavano colore, è stata animata per circa un’ora da quadri viventi che alternavano momenti di debolezza umana, momenti di esibizionismo, relazioni, contatti, confronti. Senza una logica narrativa, i danzatori hanno mostrato varie sfumature dell’essere umano, in modo autentico, senza nascondere i difetti dello spirito e le voglie del corpo. Nella maggior parte dei casi è stato il riso il sentimento dominante, il perno che ha legato il corpo e l’anima degli interpreti. Perché, appunto, citando la frase di Wittgenstein contenuta in Caberet Mistico, «Il sapere è il riso si confondono».
L’ironia e l’autoironia aiutano a superare i limiti del corpo e dello spirito, lo sanno bene Patrizia Cavola e Ivan Truol, che hanno guidato la creazione cercando di far partire il movimento da ciò che evoca la scrittura. Le azioni e le reazioni degli interpreti sono state meticolose e simpatiche, le idee e le risoluzioni di alcuni confronti originali e genuine. La danza negli unisono è stata perfetta. La parola poca, poteva anche non esserci, non ha aggiunto niente a quello che i corpi già dicevano benissimo. Tanto materiale ha segnato il palco del teatro, tra immaginario e realismo.
I cinque interpreti galleggiavano e annegavano con varie modalità di immersione, alternando i momenti in modo organico. Il tutto coadiuvato dalle musiche originali del compositore Sergio de Vito. Musiche che hanno guidato la scena e hanno interagito con i danzatori. Un riconoscimento particolare va anche alle luci di Danila Blasi che hanno saputo creare le giuste atmosfere e sottolineare particolari e suggestioni.