Coreografia e regia Loris Petrillo Con Nicola Simone Cisternino, Yoris Petrillo, Giacomo Severini Bonazelli Consulenza musicale Pino Basile Musiche Pino Basile Consulenza drammaturgica Massimiliano Burini Disegno luci Loris Petrillo Produzione AcT_Cie Twain physical dance theatre 24 aprile 2015, ore 21 Teatro Vascello, Roma
La rappresentazione contemporanea del Don Quijote della Compagnia Petrillo Danza, in scena al teatro Vascello il 23 e 24 aprile, rende protagonista l’individuo medio della società odierna e la disillusione verso il mondo che perennemente lo circonda e affligge. La coreografia e regia di Loris Petrillo delinea i corpi, le voci e le caricature dei tre danzatori Nicola Simone Cisternino, Yoris Petrillo e Giacomo Severini Bonazelli.
Al pubblico viene restituito un susseguirsi di situazioni e spaccati che proiettano in una visione molto attuale la sana follia del Don Quijote seicentesco, simbolo assoluto e incondizionato di resistenza e aspirazione alla libertà dell’uomo. Nella prospettiva contemporanea quindi la spinta fondamentalmente positiva di sovversione della realtà diviene nichilista e a tinte cupe trasformando l’individuo moderno da eroe vincitore a vinto, incapace persino di affermare la propria persona e uscire dall’anonimato.
Il ritmo dello spettacolo è assai vario per il coinvolgimento di espedienti drammaturgici differenti e non sempre intrecciati con continuità: scene di movimento puro danzate con fluidità si contrappongono a immagini sarcastiche che dissacrano simboli della società borghese, come il balletto classico. Momenti musicali densi sono interrotti da silenzi improvvisi riempiti poi da suoni primitivi e urla strazianti. La presenza del nudo destabilizza la scena proprio mentre monologhi importati accusano a “gran voce” la nostra società.
La performance alterna un registro più serio, a momenti eccessivamente carico di tragicità, a scenette comiche e surreali; all’interno di una stessa situazione coesistono elementi grotteschi e impegnati che provocano un sentimento di partecipazione combattuto e controverso. Lo spettatore viene così continuamente coinvolto e distaccato in questo ritmo frammentato ed episodico: la mancanza di linearità non consente di vivere in modo empatico l’esperienza, ma permette un atteggiamento più critico e riflessivo sul materiale proposto.