articolo di: Elisabetta Viola
Il giorno del 17 aprile 2013, presso l’Opificio Telecom Italia si è tenuta la conferenza stampa della settima edizione di Teatri di Vetro – Festival delle arti sceniche contemporanee, in programma dal 21 al 30 aprile.
Relatori:
Fabrizio Grifasi Direttore Fondazione Romaeuropa
Lidia Ravera Assessore alla Cultura e Sport
Roberta Nicolai Direttore artistico Teatri di Vetro
Anna Lea Antolini Consulente per la danza TdV
Daniele Spanò Consulente per le arti visive TdV
Gianluca Stazi Consulente per gli audio documentari TdV
Enea Tomei Consulente per la musica TdV
Dove: Opificio Telecom Italia, Roma
Quando: 17 aprile 2013, ore 12.00
Info: programma Teatri di Vetro Festival
Apre la conferenza stampa Fabrizio Grifasi, Direttore della Fondazione Romaeuropa, che nel presentare il settimo appuntamento di Teatri di Vetro ricorda la responsabilità che si deve avere nelle scelte artistiche, come anche nel raccontarle e presentarle; soltanto in questo modo si innescano dei percorsi di crescita, possibili anche in situazioni difficili. Questa è la mission non sono della Fondazione Romaeuropa ma anche di Teatri di Vetro che valorizzano artisti con linguaggi diversi in un dialogo articolato tra mondi contemporanei complementari.
All’interno della conferenza stampa della VII edizione di Teatri di Vetro è emersa la questione urgente della necessità di creare i presupposti e le condizioni perché la cultura e l’arte possano essere davvero libere di esprimersi, ma anche la necessità di entrare in contatto con esse, perché presupposto fondamentale per il pieno compimento del processo artistico è il contatto diretto con lo spettatore e il pieno coinvolgimento di esso.
L’Assessore alla Cultura e Sport nella Regione Lazio Lidia Ravera ha spiegato di aver visto nella realtà di questo festival la potenzialità di dare voce, visibilità, spazio alla cultura contemporanea: elementi che la spingono ad appoggiare l’iniziativa, al fine di far divenire “la cultura come prima necessità”. Ciò l’ha portata a garantire la volontà politica di sostenere e finanziare attività come questa, perché potere vuole anche dire poter fare.
La prospettiva che Teatri di Vetro ha assunto nel corso di questi sette anni è stata quella della conoscenza e della elaborazione teorica e pratica con cui ha indagato e messo in luce gli aspetti più interessanti della scena teatrale contemporanea. E’ ciò che ci racconta Roberta Nicolai, Direttrice artistica del Festival. Il suo discorso, dunque, verte sulla necessità di proseguire l’iniziativa che deve tendere sempre più ad offrire un panorama completo di quanto accade nel mondo delle arti sceniche contemporanee. I consulenti artistici del Festival, che ha scelto, sono infatti dei cercatori che indagano le realtà, spesso sommerse, del contemporaneo. Esso si ritrova in uno sfasamento sottile, “sempre un po’ più in là, come i fari di un’automobile”.
La Nicolai invita i futuri spettatori della settima edizione a entrare nel giardino delle meraviglie che può essere l’arte contemporanea, la quale si deve sperimentare e partecipare. IO NON HO PAURA è proprio il sentimento che emerge da ogni singola creazione proposta dal festival, ma che deve riuscire a passare anche agli spettatori, perché “se il talento è individuale, il mondo artistico è costruito da una comunità”.
Per spiegare il suo lavoro Anna Lea Antolini, consulente per la sezione danza di TDV e Romaeuropa, presenta il cortometraggio di Matteo Maffesanti, Will you still love me Tomorrow? in cui si può osservare il contatto diretto del performer con un albero dalle enormi radici, da cui deriva un’energia incontenibile che traduce in termini visivi l’essenza della settima edizione del Festival, fatta di “contatto, fragilità e cura”.
In questa edizione, si inaugura la sezione arti visive di cui si occupa Daniele Spanò. Le opere presentate vertono sul rapporto tra arte, spazio urbano e i suoi abitanti, nella quale emerge una forma artistica connotata da fragilità e variabilità in un’apertura fragile verso le discipline di confine.
La sezione audio documentari, curata da Gianluca Stazi, dà spazio ad autori indipendenti, di cui in Italia troviamo un numero crescente e il cui lavoro è fortemente caratterizzato dalla sperimentazione e dalla creazione di nuove realtà sonore.
Enea Tomei, nella presentazione della sezione dedicata alla musica, afferma che le opere scelte per il Festival sono opere in grado di comunicare emozioni, di evocare immaginari e stati d’animo. Sono anche lavori che sperimentano il passaggio dall’analogico al digitale, cercando di capirne limiti e potenzialità. Tuttavia, per quanto prodotti della contemporaneità e dell’era del digitale, sono opere che non smettono di richiedere il contatto diretto con il pubblico, vitale per l’arte stessa, la quale la si può afferrare nella sua interezza solo nel momento in cui ci si lascia coinvolgere da essa.