Chi | Quartetto d’archi Prometeo Musiche di | S. Sciarrino, K. Szymanowski, C. Debussy Quando | 27 Maggio Dove | Latina, Conservatorio Ottorino Respighi Programma ”Le forme del suono 2014”
Il 27 maggio ci consegna un diverso ritratto della moderna cultura italiana. In uno spazio ai più remoto, vanno in scena, per tutto l’arco della giornata, Salvatore Sciarrino e il Quartetto d’archi Prometeo. Giornata, questa, tra le tante di spicco che offre il conservatorio di Latina, ora sotto la guida del direttore Paolo Rotili, a cui va sincera gratitudine per il suo lucido lavoro, sorprendente per l’alta visione etico/estetica volta alla fruizione musicale.
Introduzione al concerto serale l’incontro dialettico con (e soprattutto tra) il compositore e gli strumentisti; lezione-dialogo che si articola sulla visione artistica sciarriniana, volta alla conoscenza del comporre, alle sue strutture comunicative e tecniche. Se da una parte l’intento è quello di scardinare la percezione dell’ascoltatore che naufraga negli effluvi musicali della seconda metà del ‘900, dall’altra il maestro svela la problematica del quartetto e in particolar modo del suo Quartetto n. 7, proposto (in seno al suo senso storico) come una formazione intima, lirica, dove il dialogo tra gli strumenti, scarnificato dal senso di melodia ai più noto, si propone sotto forma di un canto rarefatto, di uno stile umano/vocale che «chiama l’ascoltatore» a partecipare al suo respiro fisiologico-musicale. Musica da camera (Hausmusìk), per strumenti trasfigurati, sottratti al loro suono principale e proiettati sotto nuova luce. Quasi un lamento, i glissati parlano e svaniscono, confondendosi in echi e spazi psico-acustici artificiali.
L’interpretazione di questa musica rimane fondamentale nel processo di comunicazione e il Quartetto Prometeo risulta essere una macchina musicale perfetta, che entra in simbiosi con l’estetica musicale del compositore siciliano. Ma ancora con maggior stupore riscontriamo in questo ensemble la lezione del contemporaneo che s’inserisce nell’interpretazione delle opere passate, dando maggior intensità ai quartetti di Szymanowski, Debussy e ad una rielaborazione, da parte di Sciarrino, sull’opera di Domenico Scarlatti. Una ricerca del suono che s’innesta soprattutto tramite un incredibile controllo delle dinamiche, andando oltre la partitura e divenendo la nostra musica, musica d’oggi (e di domani).