Contest 2013: La seconda natura

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Durante la terza edizione di Contest–Il documentario in sala, rassegna dedicata al cinema del reale e più specificamente al documentario trasmesso in sala cinematografica, la sera dell’otto giugno presso il Nuovo cinema Aquila è stato priettato La seconda natura, del regista Marcello Sannino, incentrato sulla figura dell’avvocato e filosofo napoletano Gerardo Marotta, fondatore del celebre Istituto italiano per gli studi filosofici. Il film ha vinto il Contest 2013.

 

La seconda naturadi M. Sannino, Ita 2012, 58′

Prodotto da: Antonella di Nocera

Montaggio: Aurelia Longo

Musica: Riccardo Veno

Immagini: Marcello Sannino, Sebastiano Mazzillo

    

 

La terza edizione del Contest ha posto l’attenzione dei presenti non solo sui territori intesi come spazi fisici, ma ha dato spazio anche ai territori della mente e della condizione umana. A questi ultimi fa chiaro riferimento La seconda natura.

Il lungometraggio si apre con una citazione di Jacques Derrida: «Un giorno gli si darà ragione e più che mai si capirà che, molto prima degli altri, ha visto lontano, in anticipo sui tempi».Queste le parole di un gigante del pensiero rivolte a un suo degno e stimato compagno di speculazioni, Gerardo Marotta, venerabile intellettuale e moderno mecenate italiano che ha segnato la sua vita con mezzo secolo di lotte compiute a favore della diffusione della cultura inteso come mezzo di affermazione della giustizia sociale.

Grazie al miracolo della cinepresa – entro cui l’eloquio trasmette l’effetto di immagini di repertorio – e senza apparire in alcun modo anti-cinematografico, l’avvocato può raccontarci della Napoli antifascista, da sempre dedita alla diffusione della cultura umanista di pensatori come Benedetto Croce, Giordano Bruno, Tommaso Campanella. L’Istituto italiano per gli studi filosofici, di cui Marotta è il presidente, fonda da sempre il proprio sistema educativo sui pilastri della cultura filosofica tradizionale, nella speranza di instillare fra i suoi studenti l’esigenza di nuovi principi etici e morali e un’intensa passione.

Marotta riflette su alcuni episodi della storia italiana come, ad esempio, le incomprensioni e i contrasti di natura politica e sociale fra la DC, il PCI e il PSI che hanno impedito, alla luce della nuova costituzione, di costruire uno stato realmente nuovo, fondato sull’abolizione dei vecchi privilegi dello stato borghese e la rivoluzione napoletana del 1799, conclusasi con la condanna a morte di centinaia di intellettuali; un avvenimento storico che ancora oggi impedisce alla città di Napoli di formare una vera classe dirigente.

Secondo Marotta, da sempre il popolo di Napoli è escluso dalla vita civile, restando spesso oggetto di strumentalizzazione. Il caso più emblematico, a questo proposito, è quello della donazione, voluta dallo stesso Marotta, di trecentomila volumi raccolti negli anni e da destinare a una biblioteca pubblica della città. Tale moltitudine di libri e riviste d’epoca, d’inestimabile valore, richiede ancora una degna collocazione. Al momento si trovano ammassati nei magazzini, fra i vari scatoloni, nelle condizioni più indecorose.

Di fronte a un quadro tanto scoraggiante Marotta rivendica l’operato di illustri predecessori, come Antonio Gramsci, il quale fece della cultura una via per l’emancipazione e non semplicemente un mezzo per un fine. Lo stato ideale per Marotta corrisponde allo stato Hegeliano – da qui La seconda natura – fondato sulle menti più illuminate di un popolo libero. Ecco dunque come La seconda natura, dietro la personalità travolgente di un filosofo del nostro tempo e la piena competenza di un regista come Sannino, risveglia nell’animo dei suoi fruitori il valore dei diritti e della dignità dell’uomo, perché possano esprimersi senza remore in uno spazio pubblico più consono, fondato sull’uguaglianza, sull’amore per la conoscenza ed estraneo alla prevaricazione. Il dramma del contemporaneo, come il carismatico avvocato ci insegna, porta sempre più avanti il problema dell’utopia. Tuttavia di fronte alle crisi non può mai venir meno la speranza per il futuro.

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Redazione

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