Conversazione | Alvin Curran, 90 dB Festival Internazionale delle Arti Sonore, Roma

Intervista al musicista Alvin Curran dopo la sua ultima performance romana all’ Ex Cartiera Latina di Roma in occasione di 90 db festival internazionale delle arti sonore

sito web di Alvin Curran: alvincurran.com

 

Quali sono i principi musicali e concettuali che porta con sé ancora oggi, a distanza di tempo?

Il collegamento con l’estemporaneità. Spesso capita di ascoltare in giro performance musicali ben confezionate, eleganti, ma che hanno smarrito questo contatto con l’improvvisazione. Il musicista contemporaneo è oggi immerso in un grande fiume di informazioni e talvolta non sa dove potersi aggrappare. Ma poi ascolti il canto di un aborigeno ed entri in una dimensione ancestrale, non programmata, insita nel nostro animo. Iniziare un concerto con un richiamo ad esempio, vuol dire ricordare che la musica è qualcosa che è già presente in noi, che va solo richiamato.

La performance è stata caratterizzata da un impianto dinamico piuttosto potente. E’ stata una scelta un’estetica ben precisa?

No, diciamo che la mia performance è frutto di generazioni musicali istantanee. Posso pertanto trovarmi a giocare per lungo tempo con sonorità ai limiti dell’udibile o determinare andamenti con dinamiche considerevoli. Si tratta pertanto di un meccanismo molto flessibile di produzione sonora in tempo reale.

Da cosa è composto il “sistema” di generazione sonora?

Al centro di tutto è l’esecutore e l’intenzione musicale a lui correlata, non c’è un sistema o una automatizzazione di parametri. Utilizzo una tastiera midi per il triggering dei campioni sonori presenti nel computer. Ma, ripeto, le leggi generative sono regolate dal gesto umano.