Seconda intervista del ciclo dedicato a tre compositori di musica elettroacustica presenti con le loro composizioni a MAXXI LIVE MUSIC, serie di concerti realizzati in coproduzione fra la Fondazione MAXXI e il Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma. Paolo Gatti è uno di loro, insieme a Giuseppe Silvi e Massimo Massimi, tutti e tre appartenenti alla classe di Musica elettronica del Conservatorio Link al sito ufficiale di Paolo Gatti: paologatti.org
Descrivici il brano che hai presentato al MAXXI.
Fonte di ispirazione per Trigramma 8 è stata la meditazione e i suoi effetti sulla mente. Così come un piccolo ruscello solitario può scorrere innocuo da cima a valle, ma può anche spazzare ogni ostacolo qualora incontri nella sua discesa altri corsi d’acqua in esso confluenti, così una voce fatua e flebile, che scivolerebbe inerte al di là dei confini dello spirito, può ispessirsi se ripetuta come un mantra, sino a dipanare le nebbie del dubbio e del turbamento. E nell’ incontrarsi della causa e dell’ effetto la mia musica ha tratto origine.
Quali sono le principali linee che guidano la realizzazione della tua musica?
In questa fase della mia vita, prima di pensare alla musica, sento spesso la necessità di definire un concetto filosofico, di evocare uno stato emotivo, di inventare una storia o di ispirarmi liberamente ad una già esistente, magari modellandone qualche passaggio. Soltanto a questo punto, inizio la scrittura musicale facendo si che le considerazioni ideologiche trovino un chiaro punto di incontro con gli aspetti strutturali che mi prefiggo di portare a compimento.
Quali sono i tuoi progetti musicali attuali e futuri?
Sembrerà scontato, ma il mio progetto attuale è quello di comporre musica, perché ne sento un continuo e profondo bisogno. Il cammino che mi ha portato a scegliere di fare della musica la mia professione, è stato tortuoso e complicato, frutto di una lunga ricerca personale. Ora che ho trovato la mia dimensione, voglio semplicemente darle il giusto sfogo. Mi sento come un galleggiante trasportato da un torrente, verso una direzione certa ma al contempo ignota.
Qual è il ruolo del musicista e della musica oggi? Esiste, secondo te, una funzione specifica che l’artista svolge nella nostra società?
Ritengo che, proprio nel momento di crisi economica, ma anche morale, nel quale ci troviamo, il musicista e l’artista che su larga o piccola scala può avere una funzione comunicativa, abbia il dovere di trasmettere qualcosa al proprio uditorio, che sia la sua visione della vita, la sua sofferenza interiore, la denuncia verso un sistema che non funziona. Oggi più che mai abbiamo bisogno di valori che riconsegnino al genere umano quel senso di riflessione e di analisi critica da cui poter derivare delle soluzioni innovative.