La latitanza del perceptum

0

Il saggio Il corpo e l’impensato di Antonino Firenze, insegnante di storia della filosofia moderna e contemporanea presso l’università Pompeu Fabra di Barcelona, si presenta come una complessa e attenta ricostruzione del pensiero filosofico di M. Merleau-Ponty a partire dal tema della corporeità, peculiare oggetto d’indagine del filosofo francese fin dal suo primo scritto, La struttura del comportamento.

Per Firenze «la questione che più preoccupò [Merleau-Ponty] fu quella del rapporto tra anima e corpo, coscienza e natura, spirito e materia», nel doppio e contemporaneo tentativo di riabilitare, finalmente, l’esperienza corporeo-sensibile, svalutata «al rango inferiore della non-filosofia», e di fuoriuscire dalle strette maglie del pensiero metafisico.

Nella filosofia di Merleau-Ponty il corpo è inteso come la modalità d’esistenza fondamentale, il punto imprescindibile da cui partire per compiere un’analisi fenomenologica e ontologica dell’essere nel e del mondo. Preoccupazione di Merleau-Ponty è quella «di mettere in evidenza il primato ontologico della percezione corporea come apertura all’Essere; cioè, della percezione intesa come la modalità originaria di essere al mondo attraverso una corporeità che è del mondo e che lungi dall’essere riservata all’uomo è condivisa dall’insieme delle forme viventi che abitano la Terra». Il mondo si presenta, dunque, come suolo intercorporeo e falda intersoggettiva in cui la coscienza del vivente si pone come fondamentale attività organizzatrice di quelle esperienze percettive, passive e accidentali.

Pensare ciò che è rimasto da sempre impensato – secondo una celebre espressione di Heidegger – e correlarlo alla manifestazione percettiva dell’impercepito che si nasconde tra le fessure del mondo, nei suoi interstizi: è questo, per Firenze, il vero obiettivo di Merleau-Ponty.

Attraverso un’analisi serrata dei testi – sia quelli pubblicati che le note e gli appunti dei suoi corsi al Collège de France – e dei suoi principali interlocutori, quali Husserl e Heidegger, Firenze giunge a scorgere nell’opera di Merleau-Ponty una sorta di “ontologia interrogativa” in cui si mostra il profondo legame tra il corpo dell’uomo e la carne del mondo.

Di estremo rilievo, inoltre, l’appendice, che tratta del tema dell’animalità e cerca di gettare una nuova luce sull’intero percorso filosofico del francese.

Quella di Merleau-Ponty si configura, allora, come un’esemplare e originale estesiologia fenomenologica che mira alla continua (ri)-scoperta del Logos del mondo estetico, nell’approfondimento di quell’incessante «reversibilità chiasmatica di soggetto e oggetto, natura e cultura, di corpo e linguaggio» di cui il saggio di Firenze è precisa introduzione e ottimo scandaglio.

IL CORPO E L’IMPENSATO. SAGGIO SU MERLEAU-PONTY

di Antonino Firenze

Mimesis edizioni, Milano-Udine 2012.

Print Friendly, PDF & Email
condividi:
   Send article as PDF   

Autore

Lorenzo Cascelli

Ho conseguito la Laurea Magistrale in Estetica nel 2012 con una tesi su "The Tree of Life" di T. Malick e "Melancholia" di L. von Trier presso il dipartimento di Filosofia dell'università "La Sapienza" di Roma. Caporedattore prima di Arte e Libri e poi di Cinema presso Pensieri di Cartapesta, da Aprile 2014 sono direttore editoriale di Nucleo Artzine.

Lascia un Commento

Continuando ad utilizzare il sito, l'utente accetta l'uso di cookie. Più info

Le impostazioni dei cookie su questo sito sono impostati su "consenti cookies" per offrirti la migliore esperienza possibile di navigazione. Se si continua a utilizzare questo sito web senza cambiare le impostazioni dei cookie o si fa clic su "Accetto" di seguito, allora si acconsente a questo.

Chiudi