Titolo: Frontiers
Artista: Cyril de Commarque
Luogo: MACRO, via Nizza 138
dal 21 Novembre al 15 Marzo 2015
L’innocente idealismo dai toni fiabeschi si scontra con la consapevolezza dell’inevitabile crisi della società contemporanea: Cyril de Commarque sa bene che la colluttazione tra le due polarità è impossibile da evitare ma, allo stesso tempo, è consapevole che lo spazio intermedio è un abisso che può essere colmato solo da un lavoro creativo condotto dall’esemplarità di un artista sognatore.
L’unica possibilità di filtrare le tragedie e i fallimenti etici e morali di una società sempre più in declino è trovare nel mezzo artistico l’apertura ad una realtà altra, una Neverland. L’universo armonico e metafisico delineato da James Matthew Barrie è un luogo atopico in cui rifugiarsi, nel quale è ancora possibile sognare. De Commarque è un Peter Pan artista, uno degli ultimi romantici idealisti in un mondo che ormai ci incatena alla logica formale dell’utile e del necessario. . Il motivo del “confine” diventa un momento topico dell’esperienza artistica di De Commarque come luogo di incontro tra fantastico e reale: l’artista si cala nel reale, lo penetra volando per cambiarlo e mutarlo potentemente. Le grandi crisi sociali, politiche e culturali della nostra società sono così affrontate con una leggerezza che non è però affatto leggera: la distanza con cui l’artista arriva a toccare alcuni temi gli permette di essere più comunicativo proprio in quanto indiretto e metaforico. De Commarque sospende il piano letterale e si affaccia alle tematiche sociali calandosi dall’alto come una specie di visionario.
Il progetto Migrants si ispira liberamente alla celebre opera di Theodore Gericault, La redau de la Méduse, ma questa volta a parlare sono delle registrazioni di esuli in fuga, di rifugiati politici a cui l’artista dà una voce e un cuore pulsante: in ogni bottiglia di vetro, da sempre simbolo canonico del messaggio disperato del naufrago, De Commarque colloca un cuore che simula -muovendosi ad un livello fisico e sonoro- ogni voce che si disperde nella stanza. Nel nome stesso del secondo progetto, Frontiers, c’è già dentro tutto il significato politico del termine: una linea di alluminio placcata in oro delinea i mutamenti di confine a seguito dei sanguinosi conflitti che affliggono l’umanità in tempi più o meno recenti, dal conflitto israeliano-palestinese fino ai problemi geopolitici della Russia e della Turchia. La collaborazione con il MACRO gli permette di espandere l’idea iniziale costruendo l’immagine simbolica del poliedro raffigurato nella Melacolia I di Abrecht Dürer a cui l’artista aggiunge un intreccio di fili rossi di lana che si espandono in geometrie, esplodendo al di fuori dei limiti regolari della struttura ferrosa, arrivando a penetrare il soffitto. Lo sguardo disinteressato e fiabesco di Cyril de Commarque è un invito a guardare le tragedie del mondo, le crisi storiche umane tramite l’occhio infantile della speranza.
Peter Pan is gone, was earth ever round? We’ve cut it in slices…power and fears!
Despite your broders, your rules, your frontiers, I have no limits, no chains