Da Roma al Polo Sud

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La s.t. foto libreria galleria di Borgo Pio ospita, dal 14 gennaio al 16 febbraio 2013, il corpo di materiali dell’archivio personale del grande giornalista Erich Kusch nella mostra Da Roma al Polo Sud: Foto e altri documenti dall’archivio di Erich Kusch, curata da Paola Paleari, Imogen Kusch e Matteo Di Castro in collaborazione con la Casa di Goethe di Roma.

Titolo: Da Roma al Polo Sud: foto e altri documenti dall’archivio di Erich Kusch

A cura di: Paola Paleari, Imogen Kusch e Matteo di Castro

Con la collaborazione di: Camilla Marinelli, Greta Boldorini e Alfonso Corace

@ s.t. foto libreria galleria, Via degli ombrellai, 25

Fino al 16 febbraio 2013

Addentrandoci in un vicoletto nel cuore di Roma, a due passi dalla Basilica di San Pietro, è possibile imbattersi nella piccola s.t. foto libreria galleria, le cui pareti sono ricoperte di fotografie che evocano mondi lontani nello spazio e nel tempo: l’Antartide e la Roma di anni passati ormai da tanto. Chi c’era dietro la macchina da presa? La risposta è: Erich Kusch (1930-2010), figura fondamentale della cultura europea contemporanea. Fu giornalista e corrispondente dall’Italia per diverse testate tedesche; presidente della Stampa Estera in Italia; direttore dell’ufficio stampa dell’Agenzia romana per il Giubileo dopo anni di rapporti con il Vaticano.

Il corpus della mostra è principalmente fotografico, composto da immagini scattate durante il viaggio di Kusch nel ’61 in Antartide al seguito della spedizione Deep Freeze – nell’ambito del Programma Antartico di ricerca degli USA – e di immagini di Roma, la città dove Kusch si trasferì all’inizio della sua carriera. Semplicemente spostando lo sguardo, dunque, ci si ritrova dalla base scientifica e logistica di McMurdo al colorato mercato ortofrutticolo che era la linfa vitale di Campo de’ Fiori; dalle foto della Marina militare americana a quella della nuova rete autostradale italiana degli anni Sessanta, il passo è ancora più breve.

Le foto non sono solo esposte, ma anche contenute negli album e nei raccoglitori a disposizione del pubblico, e provengono tutte dall’archivio di Kusch. Alcune sono addirittura accompagnate da didascalie dello stesso giornalista, le quali danno qualche informazione in più non soltanto sulla foto, ma anche sul contesto in cui essa è stata scattata, fornendoci prezioso materiale di prima mano.

Il materiale esposto è variegato, nonostante la netta dominanza del corpus fotografico: la mostra presenta, infatti, anche stralci di corrispondenza, articoli di Kusch e, addirittura, il magnetofono originale da lui usato per registrare interviste e conferenze.

Ciò che accomuna oggetti tanto eterogenei e diversi tra loro è la forte volontà di contrastare la dispersione del materiale di lavoro di una figura professionale così feconda e suggestiva, di colui che è stato definito il più italiano dei tedeschi e il più tedesco degli italiani.

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