Artista: Daria Petrilli Titolo: Dame di solitudine A cura di Giulia Perreca Luogo: Trenta Formiche– Contemporary art, via del Mandrione, 3 Roma dal 18 marzo
Un’ insolita atmosfera Rinascimentale si diffonde tra le pareti underground del 30 formiche – Contemporary art, mentre il suono di un’arpa celtica tra le dita tese di Nicole Marinucci ci trasporta in un mondo nascosto, nei meandri dell’arte di Daria Petrilli.
Le opere inedite dell’artista, stampe digitali selezionate per l’esposizione in corso dal 18 Marzo presso il noto locale del Pigneto a Roma, accarezzano un sogno antico in cui dominano dame misteriose immortalate tra foreste, enigmatiche stanze, acque profonde amniotiche e fiori di oppio. Ad accompagnare queste figure solitarie e silenziose, spesso ambiguamente ritratte in doppio, accorrono animali sacri, nobili come volatili dai piumaggi pregiati, imponenti come i cervi che regnano nei labirinti o fluidi come pesci che nuotano in circolo.
In ogni caso, sembrano essere simboli di desideri, irreali e immaginari e – in quanto tali – infinitamente liberi e al di fuori delle prigioni dell’Io.
L’affermata illustratrice dell’editoria per l’infanzia (De Agostini, Giunti, Herlbing languages e la francese Motus), membro dell’Associazione italiana illustratori e vincitrice degli Awards dal 2005 al 2008, riprende composizioni armoniche e temi della pittura classica – dall’introspezione leonardiana alla precisione delle “nature morte” di Vermeer, fino all’ iconografia criptica di Velasquez, oscillante tra interno ed esterno dell’immagine e la sua superficie – fondendone gli elementi con il surrealismo più sottile, che rende omaggio a Dalì attraverso fenicotteri e voli onirici.
Quello delle sue stampe è un linguaggio digitale trasformato in sensazioni eleganti, di seta e velluto come le vesti delle sue dame, mentre l’espressione è un mix di citazioni tra fotografia e cinema (con uno sguardo a Tim Burton, Peter Greenaway, Stanley Kubrick) in una commistione di arti e generi che la pone tra gli esponenti più apprezzati della scena pop surrealist italiana.
Daria Petrilli, che ha stupito il pubblico numeroso presente all’opening della sua prima esposizione artistica, raccoglie l’innocenza perturbante del mondo dell’infanzia e sembra possedere la chiave per varcare la soglia dei misteriosi universi di queste Dame di solitudine.