Artisti: Lucianella Cafagna, Chiara Caselli, Vera Rossi
Titolo: Delta of Venus
Luogo: RvB Arts, via delle Zoccolette 28
Curatore: Michele von Büren
Quando: 15 maggio -28 giugno
Un turbinio di emozioni tra loro diverse fuoriesce da tre punti di vista dove l’erotismo si mostra carnale, viscerale, epidermico. La Galleria RvB Arts, curata da Michele von Büren con la sua politica dell’arte accessibile e con la collaborazione dell’Antiquariato Valligiano, presenta una mostra che sorprende per la varietà e per la scelta di tre artiste note al panorama romano ed internazionale. Lucianella Cafagna, Chiara Caselli e Vera Rossi prendono ispirazione dalla celebre collezione di racconti erotici Delta of Venus (Il Delta di Venere) di Anaïs Nin in una mostra che pone al centro la donna con la sua sessualità. Al maschile dove la chiarezza scevra da ambiguità finisce per essere così esplicita, meccanica ripetitiva (come scrive la stessa Anaïs Nin) si contrappone il femminile romantico, fantasioso, intenso, colorito.
Labbra socchiuse in un sospiro racchiudono come petali il dolce nettare del peccato, questo il segreto sensuale delle donne complici di Lucianella Cafagna. L’artista che ha studiato all’Ecole Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi si è formata nello studio di Pierre Carron, pupillo di Balthus. Nel 2011, ha partecipato, con un’opera selezionata per il Padiglione Italia, alla Biennale d’Arte di Venezia. L’Eva tra foglie di ficus sembra rievocare immagini nordiche. Come le figure femminili dall’ incarnato pallido delle opere di Lucas Cranach, il nudo nasce da una linea elegante ed emerge per contrasto dallo sfondo scuro.
Il seno disvelato di Marianne emblema di femminilità e desiderio, è l’affermazione del potere erotico mai osceno o peccaminoso ma fiero e puro. Nell’omonimo racconto così la descrive Anaïs Nin: “…tendeva a nascondere la ricchezza del suo corpo piuttosto che a sottolinearla, a camuffarla sotto vestiti informi da bohémien… E, senza dubbio, aveva avuto molte avventure sessuali, ma ci sono avventure alle quali il corpo non partecipa veramente.”
Erotismo e inconscio si fondono nei disegni a grafite su carta. Donne ansimanti sotto uno scroscio di segni vengono spiate nel loro intimo. Possedute da un oscuro turbamento sembrano per contrasto rievocare le opere di Johann Heinrich Füssli. Nello stile che la contraddistingue, nell’uso dell’olio su carta catramata e della grafite su carta le sue figure emergono come apparizioni.
Vera Rossi nel suo lavoro fotografico, dove raramente interviene alterando l’immagine, amplia la visione al particolare introducendo lo sguardo oltre la materia dell’oggetto. L’artista che svolge dal 1996 la sua attività come fotografa di opere d’arte e di still life nel 2013 è stata coinvolta alla N.Y Armory Fair. Nelle opere in mostra propone attraverso uno studio sulle sculture greco – romane rievocazioni tattili di un erotismo epidermico legato alle qualità sensibili dei corpi-scultura.
Le venature del marmo vengono esaltate in immagini che le assimilano a corpi vivi e pulsanti confondendo lo spettatore.
La mano che si accosta al seno nell’Afrodite viene resa attraverso una leggera sfocatura che ne testimonia il movimento. Così le sculture vengono colte nell’istante della torsione e nell’intimità di quel gesto che le rende unicamente attraenti.
Nelle foto di Chiara Caselli Il corpo di Lydia, sua giovane e misteriosa modella, si insinua e scompone tra stoffe colorate e tessuto verde. Attrice versatile ed internazionale la Caselli da anni si dedica parallelamente alla fotografia. Dopo l’approdo nel 2011 alla Biennale d’Arte di Venezia e al Festival Internazionale di Fotografia di Roma, nell’ultimo anno ha tenuto due prestigiose mostre personali alla Palazzina Azzurra di San Benedetto del Tronto e all’Istituto Italiano di Cultura a Tokyo. Come una sequenza filmica, la fugacità e l’interruzione dell’immagine si mostrano ai nostri occhi attraverso il corpo nudo. Questo sotto una luce che ne dissolve i contrasti tonali e chiaroscurali sembra perdere la sua consistenza.
La delicatezza e sinuosità del nudo femminile vengono inoltre mostrate attraverso immagini filtrate che rievocano la pittura preraffaellita e klimtiana.
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