LA PALESTRA
di Giorgio Scianna regia Veronica Luciani con Filippo Dini, Fulvio Pepe, Teresa Saponangelo, Arianna Scommegna scene e costumi Barbara Bessi disegno luci Gianni Staropoli musiche Paolo Coletta video Marco Santarelli ginnasta del video Giada Regoli produzione Fattore K. – Armunia / Festival Inequilibrio – Castiglioncello in coproduzione con Compagnia Veronica Cruciani dal 29 maggio al 3 giugno: Teatro India – Roma 5 e 6 giugno: Teatro Biblioteca Quarticciolo – Roma
La profondità dello spazio scenico del Teatro India permette ogni genere di istallazione: come annuncia il titolo, ci troviamo nella palestra di un liceo. Sul pavimento le linee rosse di un campo da basket si sovrappongono a quelle bianche di un campo da pallavolo. Sulla scena sono sparse delle panche; sullo sfondo, un materasso blu e giallo. La palestra è divisa a metà da una rete volley, che si rivela essere uno schermo allungato sul quale viene proiettato un video. Le immagini ci mostrano frammenti di una ginnasta nel suo body: le spalle, il petto, le gambe, le punte dei piedi.
Lo schermo torna a essere una rete, ed entrano in scena i primi due personaggi, seguiti poco dopo da un terzo. Sono tre genitori – una madre e due padri – convocati dalla preside con urgenza, di sera, quando la scuola è chiusa. Da subito notiamo che i personaggi prendono vita nutrendosi in un ambiente alto borghese fatto di figli viziati, circoli del tennis e impegni di lavoro che costringono a trascurare la famiglia. Ed è contro una facciata di bella apparenza che si scaglia la realtà di un atroce delitto: uno stupro.
Lo spettacolo ci costringe ad assistere alla reazione di un gruppo di genitori i cui figli sono accusati di aver violentato a turno e ripetutamente una loro coetanea, filmando l’atto con il cellulare. In un’esplosione di feroce violenza, anche gli adulti diventano branco; vogliono proteggere i ragazzi, e con essi il nome della famiglia. Sospettano che la ragazza menta, si aggrappano ostinatamente ad ogni cavillo pur di negare la realtà dei fatti. «Tuttavia – si legge nelle note di regia di Veronica Cruciani e Giorgio Scianna – scegliendo di proteggere i ragazzi, le famiglie commettono l’abuso più grande, li condannano all’impunità, all’irresponsabilità dei propri gesti e finiscono per castrare ogni loro possibilità di diventare davvero adulti».
I ritmi della rappresentazione, dapprima dilatati e quieti, nella seconda parte dello spettacolo raggiungono momenti più serrati, di rabbia furente. La palestra è un dramma dal quale si vorrebbe scappare, ma non si può: rimaniamo immobili, paralizzati dagli orrori della società che ci circonda, sempre più da vicino. E quando finalmente cala il buio sul palcoscenico e si riaccendono le luci in sala, come si può applaudire? Siamo tutti in discussione: adolescenti, giovani, adulti, genitori, insegnanti. Si tratta di un percorso doloroso e scioccante, ma che vale la pena effettuare, per il futuro della società. Cosa faresti se tuo figlio quattordicenne stuprasse una coetanea?