Musicisti: Diodato – Rodrigo D’Erasmo & Gnu Quartet – Roy Paci & Velvet Brass – Manuel Agnelli – Daniele Silvestri – Renzo Rubino Dove:Auditorium parco della Musica, Roma Quando: 15 Aprile, 2015 Foto di Giacomo Citro
Fa tappa nella capitale il tour del giovane cantautore pugliese Diodato. Dopo il fortunato passaggio alla kermesse Sanremese del 2013 (arrivò secondo e vinse il premio della giuria) e dopo la partecipazione costante alla trasmissione di rai 3 Che Tempo che fa, il cantautore tarantino sta presentando in giro per l’Italia il suo secondo album A Ritrovar Bellezza.
La sua performance non è concepita come un concerto comunemente immaginato, ma è un vero e proprio spettacolo che ben si confà alla cornice della Sala Petrassi dell’Auditorium, piena in ogni ordine di posto. Pensato e realizzato come un viaggio alla ricerca della bellezza artistica e musicale, in occasione della serata romana lo spettacolo si è arricchito di numerosi ospiti, molti dei quali presenti all’interno dello stesso album che rielabora i classici italiani degli anni ’60: quelle perle di rara bellezza che continueranno a riempire le orecchie e i cuori di tutte le generazioni.
Diodato, accompagnato sul palco dalla sua band, (tastiere, chitarra, basso e batteria) e dal violino di Rodrigo D’Erasmo e gli Gnu Quartet, incomincia con Senza Fine di Gino Paoli, per passare poi a Piove di Domenico Modugno, per l’occasione arricchita dall’intervento di Daniele Silvestri, e Il Cielo del tanto compianto Lucio Dalla. Diodato sembra uscito dall’Ariston degli anni ’60, la sua presenza elegante sul palco, le sue movenze raffinate che ricalcano quelle dei cantautori d’oro dei nostri anni e soprattutto una voce potente, intonata, dalla gamma vocale ampia ed emozionante, una voce che da troppo tempo non si sentiva più. Va in controtendenza il giovane autore, predilige la melodia, cura i dettagli del canto, punta ad una purezza antica e primordiale, a differenza delle consuete proposte sonore e musicali che ci propina ogni anno quello che è considerato l’appuntamento di rappresentanza della musica italiana.
Il suo viaggio, sottolineato anche dalle parole della scrittrice Elisa Casseri declamate in maniera perfetta ed evocativa da una delle voci più belle del doppiaggio italiano Roberto Pedicini, continua con La voce del silenzio di Mogol cantata insieme alla voce rock e graffiante del leader degli AfterHours, Manuel Agnelli. E poi la splendida Ritornerai di Lauzi e Arrivederci proposta con l’ausilio dei fiati di Roy Paci e dei Velvet Brass. Non arrossire viene interpretata insieme ad un altro ex giovane sanremese, Renzo Rubino, e poi insieme al coro del pubblico conclude la prima parte del suo show con Se stasera sono qui di Tenco.
Nella seconda parte Diodato dismette i panni dell’interprete per dar posto a quelli da cantautore, imbraccia la chitarra acustica e si trasforma in rockettaro proponendo i suoi brani del primo disco E forse Sono Pazzo. Il suo rock-pop è sempre ricercato, l’attenzione ai testi e alla melodia è sempre presente, l’eleganza e la potenza vocale anche. Il viaggio si conclude con l’unica cover del vecchio album , Amore che vieni, amore che vai del più grande cantastorie del nostro secolo: Fabrizio De Andrè. Sul palco tutti gli ospiti onorano il cantautore genovese per suggellare questa serata alla ricerca della bellezza, una bellezza, si può dire con certezza, ampiamente ritrovata.