Iperrealismi idea e regia Helen Cerina con Francesca Gironi, Orlando Izzo, Elisa Mucchi, Annalì Rainoldi costumi Valentina Ragni e Helen Cerina suoni Aliendee produzione Helen Cerina con il sostegno di Amat, Inteatro e Kilowatt Festival4 – 6 aprile Teatro Argot, Roma
Per la prima volta in Italia Helen Cerina debutta al Teatro Argot di Roma con il suo lavoro Iperrealismi all’interno della stagione congiunta Argot-Orologio di Dominio Pubblico.
Le tre giovani danzatrici ed il giovane danzatore creano un’atmosfera di ascolto sul palco vissuto del teatro trasteverino, attraverso sequenze di movimento dapprima astratte che prendono gradualmente una forma concreta reiterate ed inserite in contesti diversi.
È così che la medesima sequenza di movimenti eseguita sul silenzio, ripetuta poi con la musica, e successivamente insieme alla proiezione video sul fondo scena, fa sì che si riviva il percorso creativo in rewind della realtà originaria tratta da scene di vita quotidiana da cui la coreografa è partita. Si arriva a ritroso ad una scena in spiaggia, alla fermata dell’autobus, ad un paesaggio agreste, ad una telefonata in loop, ma soltanto dopo aver astratto dal contesto originale i movimenti degli attori della scena di partenza.
Spogliandosi di uno strato di vestiti alla volta, gli interpreti scandiscono l’inizio e la fine delle sequenze che prendono vita di volta in volta con un nuovo senso sotto gli occhi dello spettatore: i movimenti danzano insieme alla musica e compongono una nuova realtà del tutto diversa da quella appena precedente, come a dire che nulla è perenne ed immutabile e che di continuo tutto si trasforma.
Helen Cerina si serve di uno schema semplice e leggibile che non nasconde la varietà di realtà che coesistono, ma che anzi mette in risalto che la volubilità di ciò che vediamo non è sempre – o non è mai – la realtà. La coreografa gioca con la sovrapposizione tra diverse realtà: quello che succede nel teatro, le proiezioni video – tratte da una dimensione vera, passata – e quello che noi immaginiamo e vediamo quando sottoposti a determinati input visivi, sonori ed evocativi.
Nel suo linguaggio è molto evidente la sua formazione Laban, soprattutto per lo studio dello spazio scenico; tra gli scricchiolii del parquet dell’Argot è capace a far emergere in maniera ben definita le qualità di movimento dei quattro performer che si intrecciano ipnotizzando l’animo dello spettatore in un mélange armonioso.