uno spettacolo di e con Luca Ruocco e Ivan Talarico
maschere dei gufi Tiziana Tassinari
scene Fiammetta Mandich e Stefania Onofrio
luci ed oggetti di scena Stefania Onofrio20-23 marzo 2014, Teatro dell’Orologio, Roma
GU.F.O. è già tutto nel nome. La compagnia teatrale Doppiosenso Unico punta al gioco scenico attraverso un vero e proprio rapimento (non a caso) sia fisico che mentale dello spettatore. Lontani anni luce da consolidate strutture narrative e unità di tempo, siamo tutti catapultati in una spirale di non sense.
In scena si alternano gufi e alieni. I primi, Luigino e Marisa, colti nel loro immobilismo quotidiano insidiato dal fascinoso Gianni Barba; i secondi intenzionati ad invadere il mondo. Sempre che non lo abbiano già fatto… E sempre che in questi continui rimandi, a ritmo di sketch fulminei, non si ridisegni, in modo surreale e sconcertante, una storia fatta, suo malgrado, da uomini confusi.
Il pensiero e, di conseguenza, le azioni dei vari Marx, Hitler, Newton, Freud, Darwin, Gandhi etc sarebbero sempre state modellate da un suggeritore alieno. Esaltante deriva paranoica degna di un forum di invasati, felicemente rimasticata dando spazio a quel gorgoglio di suoni che ruotano intorno alla parola.
A volte per assonanza, altre per allitterazione, le parole e quindi, inevitabilmente, i sensi, si accavallano e si sovrappongono fino a distorcersi e a lasciar spazio all’errore. E allora, sul piano della manipolazione, tutto diventa possibile, anche che le mele si suicidino.
E lo spettatore? Che fine ha fatto? Beatamente intrappolato – e stordito – tra maschere contemporaee e tormentoni spesso inascoltabili, sorride e si lascia catturare con un retino. In fondo basta poco per lasciarsi prendere.
“Ecco qua, lo sapevo…”.
“Beh, tutti lo sanno!”.