La smorfia, di Emanuele Palamare, Italia 2014, 16’30”
Produzione: Bro Company
Distribuito: Bro Company
@ 9 Maggio 2015, RIFF – Roma Indipendent Film Festival, in sala presente il regista
In una panoramica dall’alto entriamo in maniera dirompente in molteplici vicoletti napoletani, fino a sboccare su una grande piazza dove maestoso e trionfante troviamo il Teatro Garibaldi. Avvicinandoci sempre di più in un dettaglio del teatro, ci ritroviamo catapultati nello sguardo di un uomo. Questo è Carmine (Gianfelice Imparato), un cantante napoletano costretto , all’apice del successo, a dover lasciare la sua arte a causa di un ictus che, oltre ad averlo lasciato su una sedia a rotella, gli ha anche stampato buffamente un ghigno sul volto.
Tutto ciò che può fare Carmine per rivivere l’emozione, l’intensità degli applausi e della musica del “suo” Teatro Garibaldi, è chiudere gli occhi, immerso nel tepore del suo studio, circondato dalle interviste, articoli di giornali, fotografie e premi vinti in carriera. Purtroppo elemento di disturbo nelle fantasie evasive di Carmine è Nina (Marina Piscopo), sua sorella, la quale sembra occuparsi di lui così eccessivamente da volerlo allontanare totalmente dal suo passato di gloria. Esasperato da questa situazione, molteplici e maldestri saranno i tentativi di Carmine per sbarazzarsi di Nina, fino a quando la realtà prenderà una forma totalmente diversa.
La smorfia è il secondo cortometraggio di Emanuele Palamara, presentato nella sezione National Short Competition del RIFF (Rome Indipendent Film Festival).
La smorfia nasce da una storia vera, adattata in un secondo momento all’esigenza di raccontare la storia di un uomo che perde il contatto con la sua arte e si aggrappa alla disperata speranza – un po’ come ogni essere umano – di non venire dimenticato. Tutto ciò viene perfettamente eseguito da una regia molto pulita e precisa e da una sceneggiatura molto intensa, ricca sia di humour che di momenti più intensi e privati. Un ritmo regolare e coinvolgenti. Una pellicola piacevole in ogni suo aspetto.
La smorfia è il ghigno del tempo che passa, travolgendoci inevitabilmente.
Una piccola commedia molto gustosa che si traveste, per qualche momento, quasi da thriller. Il personaggio di Nina sembra serbare chissà quale rancore nei confronti del fratello ormai condannato ad un’esistenza infelice; il desiderio di essere ancora amato dal pubblico di Carmine porta il protagonista a voler compiere un efferato omicidio proprio nei confronti dell’unica persona che gli è rimasta vicino. Questo ci porta al secondo importante tema sollevato da La smorfia: la riconoscenza verso il prossimo. Nina, un po’ come in Goodbye Lenin, in realtà non tenta di allontanare Carmine dal suo passato, ma allontana il presente da Carmine, ricreando un mondo bloccato ancora ai tempi della grandezza del fratello. Ma presto o tardi, chi più e chi meno, bisogna fare i conti con la realtà dei fatti. E così anche Carmine si rende conto che il mondo non è rimasto fermo ad aspettarlo. Il mondo è andato avanti, il tempo è passato, travolgendo inevitabilmente tutto ciò che un tempo apparteneva al suo presente di Carmine.
La smorfia è un cammino verso l’adeguarsi al tempo che passa, al non restare fermi al passato, all’andare avanti, accentandosi ed accettando le cose e le persone così come sono.