Nella sala del Politecnico Fandango è stato presentato, lunedì 10 settembre 2012, l’ultimo film di Daniele Ciprì: E’ stato il figlio, in concorso alla 69° mostra del cinema di Venezia, festival in cui la pellicola ha vinto il premio come Miglior Fotografia. L’attore Fabrizio Falco si è aggiudicato, inoltre, il premio come Miglior Attore Emergente.
E’ stato il figlio, 90’, Fra/Ita 2011 Regia Daniele Ciprì Soggetto Roberto Alajmo, Massimo Gaudioso, Daniele Ciprì Sceneggiatura Massimo Gaudioso, Daniele Ciprì in collaborazione con Miriam Rizzo Fotografia Daniele Ciprì con la collaborazione di Mimmo Caiuli Scenografia Marco Dentici Montaggio Francesca Calvelli con la collaborazione di Alfredo Alvigini Musiche Carlo Crivelli Distribuito da Fandango Distribuzione Interpreti Toni Servillo (Nicola Ciraulo), Giselda (Loredana Ciraulo), Alfredo Castro (Busu), Fabrizio Falco (Tancredi Ciraulo), Aurora Quattrocchi (Nonna Rosa), Benedetto Raneli (Nonno Fonzio), Piero Misuraca (Masino), Giacomo Civiletti (Giovanni Giacalone), Alessia Zammitti (Serenella Ciraulo), Pier Giorgio Bellocchio (sordomuto)«Conoscevo uno che, per un graffio alla macchina, ammazzò suo padre».
Con le parole di Busu, uomo di mezza età trasandato, la cui vita è scandita dallo scorrere monotono e consequenziale dei numeri dell’eliminacode dell’ufficio postale, entriamo a capofitto nel film di Daniele Ciprì, una commedia tragico-ironica, tratta dall’opera E’ stato il figlio di Roberto Alajmo, basata sulle vicende e sul passato della famiglia Ciraulo.
E’ lo stesso Busu a raccontarci, in maniera assolutamente dettagliata, le vicissitudini della famiglia palermitana. Nicola – interpretato da un sempre ottimo Toni Servillo –, padre di Tancredi e Serenella, marito di Loredana, casalinga, è uno scansafatiche che cerca di far campare la sua famiglia lavorando in alcuni cantieri della città. A far da sfondo ai quattro, i genitori di Nicola: Nonno Fonzio e Nonna Rosa, due vecchietti mansueti. La loro vita, difficile e sempre piatta, è sconvolta al ritorno da una gita al mare. Serenella, nella piazza sottostante casa, viene infatti colpita a morte da un proiettile destinato a Masino, un giovane malavitoso.
Dai momenti di disperazione successivi alla morte della bambina, si passa alla possibilità di redenzione prospettata da Giacalone, vicino di casa dei Ciraulo: chiedere un risarcimento allo Stato per Serenella, vittima di mafia. Per i Ciraulo è il punto di svolta e di non ritorno: in attesa della somma – più di 200 milioni di lire – la famiglia comincia a spendere sempre di più, indebitandosi sino al collo con uno strozzino di nome Pino, presentato sempre da Giacalone. Dopo mesi d’attesa il risarcimento, finalmente, arriva. I soldi rimasti, dopo aver saldato i debiti, sono pochi… Bisogna decidere come investirli. Nella riunione realizzata tra i familiari vince la proposta di Nicola: comprare una Mercedes, simbolo parvenu della ricchezza acquisita e miraggio da idolatrare per tutti i vicini. Ma la crisi familiare è semplicemente dietro l’angolo.
Ciprì, anch’egli palermitano, ci fa scoprire un mondo duro, mortifero, tetro e senza futuro che si concentra tutto, fino a implodere, nel viso laconico di Tancredi, ventunenne privo di qualsiasi aspirazione su cui si attanaglia, nel finale, tutto il peso drammatico dell’intera famiglia. La fotografia, insieme allo stile tagliente e al dramma quotidiano del narratore Busu ci permette d’immergerci in una realtà straziante, volta, nella sua durezza, soltanto alla morte e a quella mera sopravvivenza che la precede in tutta la sua raggelante e scaltra amarezza, priva di qualsiasi pietà.
E’ stato il figlio, è stato il figlio, è stato il figlio.
Link al trailer del film al cinema dal 14 settembre 2012
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