Godzilla, di Gareth Edwards, JAP/USA 2014, 120″ Produzione: Warner Bros., Legendary Pictures, Toho Company,Disruption Entertainment Distribuzione: Warner Bros. In uscita nelle sale cinematografiche il 15 Maggio
Iconica presenza del cinema orientale e padre fondatore dei Kaijū eiga – film con mostri giganti tipici degli anni 50 – Godzilla torna sugli schermi dopo una lunga assenza per merito di Gareth Edwards, giovanissimo regista venuto alla ribalta grazie al piccolo ma raffinato film di fantascienza intitolato Monsters.
Il drammatico incidente iniziale con cui si apre il film mette subito in chiaro le cose. Non c’è spazio per i pescatori che corrono ilarmente sul molo come nella famosa scena del film di Emmerich. Edwards tiene fede alla sua visione cinematografica: l’opposizione tra paura e forza del nucleare, chiave di lettura dell’opera originale, lascia spazio al rovesciamento del ruolo umano, inerme di fronte a una natura impietosa tanto quanto maestosa. Il taglio è crudo e realistico nel susseguirsi di disastri capaci di mettere a nudo l’impotenza dell’uomo di fronte a eventi che non può controllare.
Come ogni buon divo che si rispetti, Godzilla si mostra verso la metà del film. Sino ad allora l’impressione è quella di un maggiore controllo di Edwards sulla produzione. Lunghi silenzi e violente esplosioni s’intersecano in una serie di sequenze sapientemente giocate su dettagli se non direttamente sul non-visibile. L’obiettivo non è creare tensione quanto riuscire a far convinvere un taglio decisamente realistico del film con l’arrivo del monstrum sullo schermo. Un lento dosaggio che paga i suoi frutti nella maestosa entrata in scena di Godzilla, momento in cui il film rientra su un binario più classico permettendo a Edwards di uscire dal gioco di sottrazione per dare spazio alla mdp. Anche nella sua anima più giocosa, Edwards sorprende con una solida regia, capace di creare e disfare tante piccole situazioni nella scelta d’inquadrare il re dei mostri in mezzo alla città. Persino nei momenti di lotta più concitata, là dove il ridicolo è dietro l’angolo, è capace di lirismi quasi inaspettati per una produzione del genere – il lancio HALO della squadra di soldati vissuta in prospettiva per tutta la discesa è solo uno dei più fulgidi esempi. Punto focale che sorprende resta l’assenza di una qualsiasi paternale militarista. L’esercito americano non è l’unica speranza del genere umano, ma l’ennesimo tentativo di forza che si scontra con la sua impossibilità d’azione prima ancora che con il gigantesco dinosauro. La risoluzione non è inaspettata, ma decisamente in linea con quanto narrato sino ad allora e si presta ad essere una gradevole variazione alla classica risoluzione di genere.
Come nel caso di Pacific-Rim quella di Godzilla non è solo una battaglia tra l’uomo e il mostro, ma anche tra una visione fortemente autoriale e una scelta di compromessi data la natura commerciale del prodotto. A differenza del regista spagnolo però, Edwards, con naturalezza, riesce a trovare un amalgama coerente. Il risultato è quanto di più vicino alla chimera di un intrattenimento che sa ancora essere intelligente oltre che dilettevole. Godzilla non è solo un blockbuster girato in modo superbo, ma è anche e soprattutto un film di Gareth Edwards: un giovanissimo autore con una idea di cinema matura e ben precisa.