In prima nazionale, al Teatro Vascello di Roma, Eleonora Danco propone Donna numero 4. Nella stessa sera l’autrice-attrice porta in scena anche Nessuno ci guarda, la performance che ha entusiasmato pubblico e critica.
Donna numero 4 – Nessuno ci guarda
di e con: Eleonora Danco musiche scelte da: Marco Tecce disegno luci: Burbetta, Terzoni tecnico luci: Tiziano Terzoni aiuto regia: Camilla De Bartolomeo assistente alla regia: Ludovica Sistopaoli organizzazione: Elisa Pavolini, Alessandra LimentaniDal 16 al 21 aprile 2013 – Teatro Vascello, Roma
È possibile riconoscersi in un frigorifero. Il cibo racconta molto di una persona. Eleonora Danco irrompe sulla scena con un flusso di parole che arriva diretto alle viscere dello spettatore. Si contorce su una poltrona che sembra inghiottirla per poi sputarla fuori con una rinnovata energia.
Donna numero 4 è un atto unico scritto su commissione di Expo Milano 2015, con al centro il tema: Nutrire il pianeta – Energia per la vita.
L’autrice-attrice, attraverso il rapporto dell’uomo con il cibo, parla di un nutrimento per il corpo cui non sempre corrisponde un nutrimento per l’anima. Si può mangiare ovunque: nei musei, nelle librerie, nelle metropolitane. Ovunque sappi che se vuoi puoi mangiare. Ad un mondo che grida che la vita è fuori, il cibo è fuori, si contrappone un flusso di coscienza che è tutto interiore.
La Donna numero 4 interpretata dalla Danco prova un misto di attrazione e repulsione per la città e per i suoi abitanti dalle vite perfette, i frigoriferi pieni e i ricchi pranzi domenicali.
Il sotterraneo senso di disperazione è stemperato da una vitalità che sa un po’ di rivincita e che esplode grazie all’ironia che la Danco utilizza con studiata naturalezza.
La serata prosegue con Nessuno ci guarda, un atto unico ispirato alla pittura di Pollock. Le voci dell’infanzia escono dalla memoria per schiantarsi in scena come schizzi di colore. Corpo e voce della Danco costruiscono quadretti familiari che durano il tempo di un cambio di luce. Mamma, papà, il mare, la UPIM: i ricordi arrivano in scena filtrati da un narcisismo infantile dal quale a fatica si esce.
Il desiderio di crescere, di diventare signorina, si scontra con la presa di coscienza che è un mondo che non perdona, quello dei grandi.
La forza di Eleonora Danco come attrice nasce da una grande concentrazione che si traduce in una recitazione asciutta e vigile, un ascolto di sé e del proprio corpo che nutre la tecnica rendendo l’interpretazione in ogni momento sincera.