testo e regia Emma Dante
con Manuela Boncaldo, Sara Calvario, Toty Cannova, Silvia Casamassima, Domenico Ciaramitaro, Mariagiulia Colace, Francesco Cusumano, Federica D’Amore, Clara De Rose, Bruno Di Chiara, Silvia Di Giovanna, Giuseppe Di Raffaele, Marta Franceschelli, Salvatore Galati, Alessandro Ienzi, Francesca Laviosa, Nunzia Lo Presti, Alessandra Pace, Vittorio Pissacroia, Lorenzo Randazzo, Simona Sciarabba, Giuditta Vasile, Claudio Zappalà
elementi scenici e costumi Emma Dante
luci Cristian Zucari
suono Gabriele Gugliara
assistente ai costumi Italia Carroccio
adattamenti e modifiche sartoriali Silvia Di Giovanna
assistente alle coreografie Silvia Maria Campagna
assistente di produzione Daniela Gusmano
canzoni Serena Ganci, Bruno Di Chiara
direttore dell’allestimento scenico Antonino Ficarra
4 febbraio, Teatro Argentina, Roma
E’andato in scena dal 31 gennaio al 5 febbraio al Teatro Argentina, Odissea A/R di Emma Dante. Lo spettacolo, che ha registrato il tutto esaurito e per il quale è stata programmata una replica straordinaria, vede in scena i 23 allievi attori della “Scuola dei mestieri dello spettacolo” del Teatro Biondo di Palermo, diretta dalla regista stessa. Le vicende di Ulisse sono liberamente riprese e raccontate. Ci si concentra su tre punti: Itaca con Penelope assediata dai Proci, la partenza di Telemaco in cerca del padre disperso e il ritorno di Ulisse dall’isola di Calipso alla sua terra con il benvolere della dea Atena. «Dall’incontro con figure umane e sovrumane, ninfe e mostri, pretendenti e mendicanti, è nato uno spettacolo ricco di evocazioni fantastiche legate al mito» scrive Emma Dante nelle note di regia.
Il palco senza scenografia, nero e con quinte fisse, inizia a pullulare fin da subito di presenze e visioni. Ad aprire le danze è la tipica schiera della regista: le ragazze che si scoprirà essere poi le ancelle di Penelope camminano avanti e indietro compatte, inserendo progressivamente dei gesti fortemente accentati. I ragazzi che invece vestono i panni dei Proci accompagnano questa “sfilata” femminile con suoni e fischi. Sembra subito di trovarsi in un paese del sud, magari al mercato. Questo coro di corpi e rumori fa parte dell’ambiente dell’inconsolabile Penelope, che arriva lamentando la scomparsa del suo amato marito. La sua famosa tela, che tesse continuamente di giorno e disfa di notte per evitare di risposarsi, è resa scenicamente con un interminabile telo nero che passa di mano in mano alle ancelle, le quali diventano esse stesse il grande corpo del telaio, con un forte impatto visivo.
La felicità e la freschezza delle trovate sceniche sono i collanti ritmici e visivi di una drammaturgia costruita unicamente sui corpi e pochi semplici elementi: il mare che circonda l’isola di Calipso dove si trova Ulisse è evocato da una bacinella azzurra dove il nostro eroe immerge ripetutamente la testa; sempre il mare – nel viaggio di Telemaco verso il padre – è reso da fogli bianchi dove si tuffano i pesci/attori. I giovani usciti dalla scuola di Emma Dante si cimentano con generosità in canti, danze e recitazioni dall’atmosfera pop e al contempo dal sapore siciliano. Come un unico corpo creano e ricreano forme, dando voce a una delle più belle storie che appartengono al nostro patrimonio. Decisamente al di sopra di ogni aspettativa da fine ciclo di studi accademici.