Regia Jean-Pierre Améris
Sceneggiatura Jean-Pierre Améris, Philippe Blasband
Fotografia Gérard Simon
Montaggio Philippe Bourgueil
Musiche Pierre Adenot
Interpreti Isabelle Carré, Benoit Poelvoorde, Lorella Cravotta, Lise Lametrie, Swann Arlaud, Pierre Niney, Stéphan Wojtowicz, Jacques Boudet
Produzione Studio Canal, France 3 Cinéma (Belgio, Francia 2011)
Distribuzione Lucky Red
Durata 80’
Gli emotivi anonimi si celano dietro una piccola fabbrica di cioccolato dalle nascoste proprietà terapeutiche. Jean-René, padrone della fabbrica, e Angélique, la nuova dipendente dal gran talento per la creazione di dolci, frequentano l’uno uno psichiatra e l’altra un gruppo di emotivi anonimi. L’uomo e la donna sono due timidi cronici, hanno voci tremanti, si bloccano nel prender parola, e spesso si lasciano andare a manifeste asperità colloquiali. Non sarà tanto la passione per i cioccolatini a farli sciogliere, quanto l’amore che sinuosamente s’infiltra fra le concavità dei rapporti umani.
Essere anonimi in amore è un passo quasi obbligato per far sì che la sorpresa non maturi troppo in fretta, questo lo sa bene Jean-René che tende a non voler dare nell’occhio di fronte ai suoi dipendenti. Da quando è arrivata la graziosa Angélique, gli affari vanno a gonfie vele. Essere troppo emotivi, al contrario può comportare dei problemi psicologici, nonché somatici.
Le commedie francesi solitamente pungono, sono mordaci e ciniche. Quella di Jean-Pierre Améris, sul plateale pretesto del cioccolato che tutto scioglie, addolcisce e corrompe i sensi, vira verso il buffo e romantico candore privo d’impudenza. Si dimostra operazione azzeccata dal punto di vista dei personaggi, davvero ben scritti, e degli interpreti che li animano con evidente bravura (Benoit Poelvoorde è un autentico talento della nuova commedia francese, e Isabelle Carré – già vista in Cuori e La piccola Lola – ricorda vagamente Isabelle Huppert da giovane, attrice che fu protagonista del velenoso Grazie per la cioccolata), mentre funziona meno il semplicistico accostamento cioccolata-dolcezza con il timido amore che in presenza di zuccheri ed energia si apre, in una circostanza che ha del favolistico.
Emotivi anonimi ci lascia qualche timido sorriso, in risposta alla spiccata mimica facciale dello straordinario Poelvoorde, e alle piccole gag che si susseguono nel corso del film stesso.
Dal punto di vista emotivo, si tifa giustamente per gli innamorati timidi, non più cronici; fino a quando il colpo di coda finale li rende di un insolito in linea con la tradizione del più arguto cinema d’oltralpe.
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Quasi d’accordo se non fosse che anche i personaggi sono di una noia mortale… ANONIMI!!! Comunque il film è veramente insignificante e su questo concordo: non ha nulla del cinema gfrancese, quello che sa emozionare, raccontare storie, centrare dritto al cuore o alla mente…
Personaggi un pò banali, ma attori validi. Mi aspettavo qualcosa di più acuto, sensibile, e perché no, sibillino.