Opera tratta da Bestia da stile di Pier Paolo Pasolini Saggio di diploma presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” dell’allievo regista Fabio Condemi Interpreti Gabriele Portoghese, Valeria Almerighi, Arianna Di Stefano, Paolo Minnielli, Xhuljo Pethushi, Carmelo Alù, Emanuele Linfatti Allestimento scenico Bruno Buonincontri Costumi Gianluca Falaschi Luci Sergio Ciattaglia Teatro Studio “Eleonora Duse” , Roma Dal 9 al 16 Novembre 2015 ore 20:00
Jan siamo noi. Come quelli del protagonista, i nostri occhi forse non sono ancora preparati a vedere il mondo per quello che è, forse perché siamo troppo romantici, idealisti, troppo marxiani, comunisti o forse troppo piccolo borghesi.
Il saggio di diploma del corso di regia, dell’allievo Fabio Condemi, presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, esprime un atto di sincero e autentico amore verso il Poeta Corsaro, assassinato all’Idroscalo di Ostia nella notte tra il 1° e il 2 Novembre 1975.
La regia di Bestia da stile rappresenta una parte del progetto composto da cinque studi, dal titolo Pier Paolo – Poeta delle Ceneri, che è stato presentato il 22 e il 23 Aprile, al Centro di Produzione Culturale La Pelanda. Il progetto, è stato promosso dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma, ed è diretto dal docente di regia Giorgio Barberio Corsetti, con il coordinamento di Daniela Bortignoni.
La mano di Fabio Condemi rispetta, con dedizione e integrità, il lungo travaglio che portò Pier Paolo Pasolini tra il 1965 e il 1974, alla stesura dell’opera teatrale.
La ricerca impietosa eppure rischiosissima – che al Poeta Corsaro costò la vita – di una poetica autentica e ancora capace di parlare all’Umanità, troppo corrosa, asfissiata e alienata allo Sviluppo e non al Progresso, rende quasi necessaria un’opera coraggiosa e profondamente viscerale come quella di Fabio Condemi.
Il regista Fabio Condemi dipinge sui volti dei bravissimi protagonisti i ricordi nostalgici dell’infanzia perduta e sempre rincorsa da Pier Paolo Pasolini a Casarsa della Delizia; l’irruenza e la banale violenza dei ragazzi di vita di Praga, che diventa il pretesto, come il grande e universale teatro tragico greco, per far risalire in superficie, e analizzare, le patologie dell’uomo moderno.
Le maschere degli attori sono quelle degli stati d’animo del Poeta: rabbia, passione, amore, angoscia e felicità. Praga e Roma, Rimbaud e la critica al sistema educativo ed universitario italiano. Il nobile mondo contadino e l’omologato mondo borghese.
Pier Paolo Pasolini, prima di essere vigliaccamente assassinato, fece in tempo a rivelare il segreto della sua Poesia e della sua Verità. A chi lo rivelò? Alle Lucciole, che ascoltarono, compresero il suo segreto, e lo custodirono gelosamente per sempre.