regia Luigi De Angelis
drammaturgia Chiara Lagani
con Marco Cavalcoli
produzione E / Fanny & Alexander
17 dicembre, Teatro India, Roma
É andato in scena dal 13 al 18 dicembre al Teatro India l’ultimo lavoro della compagnia Fanny & Alexander. Un primo studio sulla figura di Amleto nato in seguito ad un incontro durante una residenza artistica avvenuta in Polonia con l’artista catalano Roger Bernat.
Uno spettacolo-conferenza- un gioco sofisticatissimo di citazioni, sovrapposizioni di suoni e di lingue-volto a creare dei geniali cortocircuiti di significato attorno a temi quali l’identità, l’usurpazione e la scelta. Fin dall’inizio ci si trova testimoni di uno scippo di identità. Marco Cavalcoli – attore storico dei Fanny & Alexander – entra in scena nei panni di un conferenziere che ha l’aspetto e la voce di Roger Bernat e inizia una dissertazione sul personaggio di Amleto, colui che più di ogni altro è segnato dal dubbio e dalla scelta-istanze care all’artista catalano, celebre per il suo teatro partecipavo in cui lo spettatore diventa spett-attore, ovvero viene chiamato a fare delle scelte che determinano lo svolgimento dello spettacolo. Ma progressivamente il “finto” Roger Bernat viene usurpato a sua volta dalle mille voci dell’Amleto della tradizione, dalla versione di Massimo Popolizio doppiatore di Kenneth Branagh a quella di Franco Parenti nello spettacolo di Giovanni Testori a una versione dell’Amleto in una puntata dei Simpson.
I discorsi del conferenziere si impastano con i monologhi del celebre principe di Danimarca in un vortice ludico, fino a creare una confusione nello spettatore che si ritrova quasi incapace di decifrare chi sta dicendo cosa. Tutto questo pullulare di personalità e di voci viene magistralmente interpretato da Marco Cavalcoli. Anche il pubblico è chiamato a giocare il rebus sull’identità; prima nei panni di re o regina che attraverso una tastiera digitale decide quali amleti della storia far interpretare a Cavalcoli, poi inscenando l’assassinio del re di Danimarca attraverso la lettura del testo sullo schermo. Amleto diventa uno spirito che pervade ogni cosa, si incarna nelle mille facce del pubblico, si riflette in esse, si sovrappone. Questa conferenza-spettacolo svela il teatro che vive e si manifesta costantemente nelle vite di ognuno, svela l’automatismo capillare delle nostre scelte, lascia il pubblico lucidamente stordito e forse pronto a chiedersi quali e quanti saranno i passi che lo condurranno a casa dall’uscita della sala.