L’animazione in Giappone ha sempre avuto un ruolo pioneristico nella descrizione della società contemporanea e nella rappresentazione del folklore. Uno dei maggiori esponenti è stato Satoshi Kon a cui Pascal-Alex Vincent ha dedicato il documentario Satoshi Kon: The Illusionist proiettato in occasione del festival.
Il documentario ripercorre le tappe dell’attività artistica ed esalta il genio di Kon attraverso i suoi quattro film e una serie tv dal punto di vista di molte personalità che, nei loro film, si sono ispirati alla sua poetica e che provano per questo regista grande ammirazione. La fine del documentario ci pone l’interrogativo del suo ultima opera Dreaming Machine rimasta incompleta, a causa della morte del regista, lasciando intendere che ci potrebbe essere uno sviluppo in futuro.
Il folklore popolare asiatico è stato tema portante dei film di animazione Inu oh del regista giapponese Yuasa Masaaki e I’m what I’m del regista cinese Sun Haipeng. Sono entrambi film che parlano della tradizione, rispettivamente giapponese e cinese.
Inu oh, presentato al Festival di Venezia nella sezione orizzonti nel 2021, parla della tradizione giapponese del XIV° secolo, della musica e della danza. L’opera è un musical rock tratto dal romanzo di Hideo Furukawa. Ha come protagonisti due artisti con una disabilità che sfruttano i loro talenti per creare qualcosa all’epoca rivoluzionario e quindi pericoloso.
I’m what I’m, un film di animazione in concorso e presentato in anteprima europea in occasione del festival, definito dai media cinesi “il film di animazione dell’anno”. Tra colori sgargianti e rulli di tamburi, mette in scena la tradizione cinese attraverso la danza del leone. Una storia di amicizia e rivalsa. Tre ragazzi che trovano nella danza del leone un mezzo per emanciparsi ed elevarsi (in tutti i sensi) rendendo orgogliosi dei loro risultati il maestro, un ex danzatore che vede nei tre protagonisti grande passione, forza di volontà e senso di solidarietà. Il film, dal punto di vista tecnico, stupisce per l’animazione digitale, le scene di danza e i dettagli degli ambienti. Come per altri film cinesi, anche questo è un simbolo della determinazione del popolo cinese.