FarEastFF24 | Takeshi Kitano premio alla carriera

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Attore, regista, scrittore, sceneggiatore, montatore, conduttore televisivo e comico giapponese. Considerato uno dei più importanti registi orientali contemporanei. Nato come comico e ideatore del famoso programma televisivo Takeshi’s Castle, è l’esempio di come la reputazione che ci si porta dietro, possa cambiare. Kitano ha esordito alla regia quasi per caso, sostituendo il regista Fukasaku per il violento e poliziesco film Violent Cop (per il quale era stato scritturato come attore nel ruolo di protagonista), dimostrando sin da subito grande originalità e non omologazione rispetto ai film tipicamente giapponesi sulla yakuza, dando vita al suo stile inconfondibile.

Ospite d’onore del FEFF 24, il 29 Aprile ha ricevuto il Gelso d’Oro alla carriera, occasione in cui ha espresso la sua preoccupazione rispetto alla Guerra in Ucraina e sottolineato l’importanza della cultura e dei film nell’ <…unire il genere umano>. Nel corso del festival, grande attenzione è stata rivolta a questo variegato artista, con la proiezione del suo film Sonatine e del documentario Citizen K, un lungometraggio di 73 minuti diretto dal documentarista francese Yves Montmayeur sulla vita e la carriera di Takeshi Kitano. L’elemento principale del film documentario è un’intervista con il regista con dei filmati che ripercorrono la sua vita, dalla sua infanzia e adolescenza in un quartiere molto povero di Tokyo in cui la presenza della yakuza era molto forte (elementi che hanno segnato il giovane Kitano e che riprenderà nei suoi film), al suo ruolo da comico a quello di statista del mondo del cinema.

Elementi ricorrenti nei suoi film sono la presenza massiccia e feroce della Yakuza in Giappone, il tema della morte violenta e del suicidio, a cui spesso i suoi protagonisti sono condannati perché portati allo stremo e per trovare definitivamente la pace. Ma anche l’amore tragico, la natura con i suoi i fiori e il mare come elementi metafisici davanti ai quali la triste realtà degli esseri umani passa in secondo piano e il tempo sembra rallentare.  È questo che rende Kitano uno dei più grandi asiatici di tutti i tempi. Questo suo modo di far coesistere in modo sublime l’intimità, la delicatezza e la poesia con la violenza, la freddezza e l’atrocità.

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