Si chiude con un’altra compagnia belga la nona edizione del Festival Equilibrio all’Auditorium Parco della Musica. Il collettivo Peeping Tom ritorna, dopo lo straordinario 32, Rue de Vandenbranden portato in scena l’anno scorso sempre nella stessa sede. Lo scorso 27 Febbraio sul palco della sala Petrassi l’ensemble diretto da Gabirela Carrizo e Franck Chartier ha presentato il suo ultimo capolavoro A Louer.
A Louer
ideazione e direzione: Gabriela Carrizo, Franck Chartier
danza e creazione: Jos Baker, Eurudike De Beul, Leo De Beul, Marie Gyselbrecht, Hun-Mok Jung, SeolJin Kim, Simon Versnel
26 febbraio 2013 – Equilibrio. Festival della nuova danza, Auditorium Parco della musica, Roma
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Dal primo ingresso in sala si ha subito la sensazione che si andrà ad assistere a qualcosa di grandioso, di diverso, di importante. Il palco della sala Petrassi è totalmente modificato. In barba al trend di questi ultimi anni, in cui la sala è sempre più spoglia e la scenografia consiste di molti oggetti confusi, i Peeping Tom, ci presentano l’interno di una casa, con tanto di divani e poltrone, tende rosse, pianoforte, lampade e pavimento a dama. D’altronde per chi li conosce, e li ha seguiti in questi anni al Festival Equilibrio, non è una novità. Fin dal loro esordio con lo spettacolo Le Jardin si è compreso quanto per loro sia importante lo spazio: una variabile di non poco conto, che influenza non solo i movimenti, ma anche e soprattutto la drammaturgia e le azioni.
Uno spazio che in men che non si dica dall’inizio della performance si trasforma e strabilia ancor di più dell’impatto iniziale. Dietro le tende rosse si intravedono e si configurano, davanti agli occhi degli spettatori, architetture improbabili, scenari surrealistici che rimandano al grafico olandese Escher: balconi e porte che alimentano nel loro utilizzo la sensazione di iperrealismo, di illusione scenica. Un luogo in cui ci si immerge e in cui si riescono a sentire gli odori, le sensazioni nella percezione mentale più che nella realtà. Un luogo che imprigiona senza catene e che rende tutto più unico.
Ma la scenografia non è l’unico aspetto eccezionale dello spettacolo; c’è molto di più. A supportare e animare questo mondo fantastico sono, soprattutto, i personaggi e interpreti che vi si muovono dentro, e ancor di più una drammaturgia perfetta ed evocativa. All’interno di questo edificio incontriamo personaggi d’altri tempi, che rievocano la nobiltà del passato, esseri bizzarri pieni di manie e di ossessioni. Le loro allucinazioni, i loro incubi, la loro umanità fragile, sono davanti ai nostri occhi, resi con artifici scenici spettacolari, non ridondanti, ma semplici e spietati. Lo spettatore non può non immergersi all’interno delle loro proiezioni mentali, nonostante veda il trucco davanti ai propri occhi. Il testo è semplice, tagliente, un linguaggio quasi beckettiano. Il movimento è essenziale e meraviglioso e soprattutto organico. La musica, i rumori, i suoni sono semplicemente eccezionali.
Ogni elemento della performance è l’ingranaggio di una macchina perfetta, non è teatro, non è danza, non è architettura, non è musica, non è canto, non è cinema, ma è tutto questo insieme. Uno spettacolo totale dalle atmosfere degne del miglior Lynch.
Una serie di emozioni travolgono durante la velocissima ora e mezza di spettacolo. L’ironia, l’amarezza, lo stupore, la risata, la paura, l’indecisione, il senso di vuoto, la bellezza e una malinconia agrodolce, sono l’eredità che i Peeping Tom consegnano dopo la visione dello spettacolo. Molto dopo, quando si ritorna a casa, forse anche dopo giorni, perché prima la sensazione è solo di aver sbattuto contro un muro e non ricordarsi il motivo.
Il Festival Equilibrio finisce in bellezza, ma purtroppo tutti coloro che amano la danza piomberanno di nuovo nella solitudine e, affamati, non potranno che attendere con ansia il prossimo febbraio per nutrirsi del cibo dei sensi.