Un’altro appuntamento con l’arte del regista e coreografo belga Wim Vandekeybus all’interno del Festival Equilibrio lo scorso sabato 23 Febbraio. Dopo lo splendido What the body does not remember, lo spettacolo del 1986 che ha segnato l’inizio della stupefacente carriera della sua Ultima Vez, è andato in scena, all’Auditorium Parco della Musica, il suo ultimo lavoro Booty Looting che vede in scena sei performer, nello specifico 4 danzatori, due attori, un fotografo e un musicista.
Booty Looting regia, coreografia e scenografia: Wim Vandekeybus creato con ed eseguito da: Jerry Killick,Birgit Walter, Elena Fokina, Dymitry Szypura, Luke Jessop, Kip Johnson musica originale dal vivo: Elko Blijweert fotografo di scena: Danny Willems23 febbraio 2013 – Equilibrio. Festival della nuova danza, Auditorium Parco della musica, Roma
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Nascono sempre dall’urgenza, dalla necessità, da un lavoro in cui il corpo è il principale elemento di riflessione dell’arte, le performance di uno dei più grandi innovatori del linguaggio coreografico del nostro secolo. Perché Wim Vandekeybus può essere considerato a pieno titolo il creatore di un cambiamento dello spettacolo danzato, una tendenza che dal Nord Europa si è sviluppata fino ad arrivare, con un ritardo pazzesco, anche in Italia. Il danzatore è diventato un performer, un concentrato di istinto e qualità fisiche elevatissime, la parola, la musica, la scena; ogni elemento dell’arte rientra in un più alto piano che è quello dell’espressione e della comunicazione. Non c’è differenza tra teatro e danza e musica e arti visive, e mai come in questo suo ultimo lavoro è reso ben visibile. Ogni elemento è diventato il colore di un disegno.
Il suo disegno parte da una riflessione sulla memoria in termini Proustiani, cioè come memoria visiva che cancella i ricordi. In questo periodo della nostra storia sociale, infatti, la memoria fotografica è usata il più delle volte per distorcere e camuffare, per parlare di una verità personale e soggettiva, che nasconde tanti particolari e sensazioni. Così in Booty Looting, la storia dell’attrice Birgit Walter è spiattellata e raccontata in modo totalmente discordante dalle parole dei suoi tre figli. Le fotografie, proiettate live sul fondale, ricalcano questa soggettività attraverso cambi di panorama e visioni forti tendenti allo splatter. La verità non esiste, lo spettatore non riesce a trovare la via giusta in una performance che è una continua contraddizione che va avanti sotto l’ombra funesta del mito di Medea che accompagna tutto lo spettacolo. La tensione viene sciolta ironicamente, in modo anche troppo eccessivo, dalla straordinaria recitazione e presenza fisica di Jerry Killick, un moderno Deus Ex Machina.
La musica eseguita live da Elko Blijweert crea le atmosfere in modo pregnante e accompagna i movimenti e i deliri dei personaggi in scena. Ma Booty Looting diventa man mano che si va avanti un disegno sempre più confuso e carico di significati, a volte indecifrabili, altre volte aperti e pronti alle più svariate interpretazioni personali. La danza è animalesca, al limite delle capacità umane, è densa e urgente. Le interpretazioni dei sei performer sono perfette, lucide e selvagge. Unico neo è l’eccessiva lunghezza della performance che ha comportato una scena pasticciata, che si è riempita di cose già dette e fatte, che ha continuato a rimarcare dei punti già trattati e che ha creato un vero e proprio caos sul palco.