Auditorium Parco della Musica, RomaBach creazione e performance María Muñoz musiche Il clavicembalo ben temperato di Johan Sebastian Bach eseguite da Glenn Gould assistente alla regia Leo Castro collaborazione artistica Cristiana Cervià immagini video Núria Font tecnico in tour August Viladomat foto Jodi Bover una produzione di Mal Pelo con la collaborazione del Teatro Real (Madrid) e il Teatre Lliure (Barcellona) 23 febbraio 2016,
Ospite in questa edizione del Festival Equilibrio 2016, María Muñoz porta il suo gesto delicato e semplice all’interno della cornice del Teatro Studio dell’Auditorium Parco della Musica.
Bach è un pensiero, un monologo interiore che prende forma attraverso un movimento coreutico ragionato e legato perfettamente a quello di Glenn Gould, nella sua magistrale versione de Il clavicembalo ben temperato, che risuona nell’ampio spazio invadendolo.
Gould restituisce in questa interpretazione una spontaneità che sembra indipendente dal pentagramma di Bach e, grazie alla registrazione fatta a suo tempo del lavoro, è possibile essere testimoni di quelle concatenazioni di note, che sembrano quasi rincorrersi in associazioni libere della mente guidata dalle emozioni. Questa materia è il fondamento tematico del lavoro della Muñoz: le labbra della danzatrice/coreografa colgono questo fiore melodico ed accennano a seguire la vasta scala del pianoforte percosso, mentre gli occhi restano socchiusi nella contemplazione uditiva. E’ nell’ascolto che si realizza il bisogno del movimento, in questo farsi attraversare dalla musica e lasciarsi colorare da essa, scatenando piccole reazioni emotive riconosciute nell’impercettibile movimento di mani e piedi. L’esplosione è sempre dietro l’angolo ed è semplice ma mai banale, questo perché è governata dalla qualità interpretativa del corpo vigoroso della Muñoz, dalla sua espressione ironica o appassionata, dal suo costante bisogno di giocare facendosi sorprendere da un tessuto sonoro conosciuto alla perfezione come un partner di anni, ma mai scontato, custode di un intreccio amoroso quasi segreto, timido.
Un lavoro che restituisce incanto, delicatezza e poesia e che ci racconta il lato effimero della danza ma anche la capacità che quest’arte detiene nel creare ambienti ed atmosfere di sensibilità, che attraversano gli occhi di chi guarda per poi fissarsi nel cuore.