Festival Equilibrio 2016 | Virgilio Sieni

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Ideazione e interpretazione Virgilio Sieni
Musica Eivind Aarset
Produzione Compagnia Virgilio Sieni
In collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione
Con il sostegno di MIBACT, Regione Toscana, Comune di Firenze
 
12 febbraio 2016, Equilibrio–Festival della Nuova Danza, Auditorium Parco della Musica, Roma

Continua con Isolotto, nuova creazione di Virgilio Sieni, la dodicesima edizione del Festival della Nuova Danza nella capitale italiana.

L’assolo di Virgilio Sieni, dedicato al quartiere fiorentino dell’Isolotto, ed accolto all’interno della sala Goffredo Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica, si materializza in un dialogo a due con il chitarrista norvegese Eivind Aarset.

La scena che si presenta al pubblico è aperta e luminosa, un pavimento bianco con al centro la strumentazione del musicista è tutto ciò che accoglie l’entrata dei due artisti. E’ evidente un tempo di preparazione, sia strumentale sia fisico da parte dei due, sobri nel loro abbigliamento, in cerca di un ascolto che li avrebbe legati per la prossima ora.

Isolotto è, da libretto di sala, suddiviso in undici danze che comprendono azioni fisiche come ad esempio “cullare”, modalità dello stare “a quattro zampe” e “crocifissione”.

Il cammino di Isolotto inizia. Il percorso danzante di Sieni si ripete disegnando una parziale circolarità intorno al chitarrista che lo segue e lo asseconda nel suo produrre suoni delicati e tappeti continui con cui il danzatore gioca a livello dinamico e articolare. L’unica eccezione alla circolarità è l’interruzione tra le danze che si mostra con un cammino defilato e allo stesso tempo contemplativo che il coreografo compie sul fondo della scena, per tornare ogni volta allo stesso punto di partenza e cominciare il prossimo percorso.

Il corpo di Virgilio Sieni si mostra nelle sue peculiarità, nelle ragioni per cui egli è diventato una personalità del mondo della danza italiana. Il dettaglio è protagonista del corpo che prova, si sorprende, cerca soluzioni articolari e muscolari dettate dalla suggestione della danza in corso.

Il pubblico, attento e molto concentrato sul muoversi di un corpo lontano, viene coinvolto nel dialogo grazie all’illuminazione della sala e ad una breve incursione danzata in platea. Quasi definendo dei confini diversi da quelli usuali, Sieni compie un percorso, un tratteggio spaziale, molto vicino alle persone che prima lo osservavano, nella sua lontana intimità.

Le danze si concludono e uno sguardo complice tra i due artisti segna la fine di Isolotto, una ricerca sapiente, tecnica, corporea e molto intima.

 

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