Ha partecipato nella categoria Fuori Concorso al Festival del Film di Roma, il film di Marc Turtletaub Gods Behaving badly, che annovera nel cast nomi altisonanti come quello di Sharon Stone, Christopher Walken e John Turturro.
Gods Behaving Badly, di Marc Turtletaub, USA 2013, 90′
Sceneggiatura: Josh Goldfaden, tratto dall’omonimo romanzo di Marie Phillips;
Fotografia: Tak Fujimoto;
Montaggio: Alan Heim, Joe Landauer;
Produzione: Big Beach Films/Red Hour Films;
Cast: Sharon Stone, Christopher Walken, John Turturro.
Non una trama impegnativa, non una sceneggiatura mozzafiato, non un obiettivo troppo alto quello che si intende perseguire: ci si propone di strappare qualche sorriso, di stemperare toni melmosi, di alleggerire gli animi, e in effetti ci si riesce bene.
Al centro dell’ “epopea” una storia d’amore tra mortali che stenta a sbocciare: è così, dopotutto, che nascono tutte le epopee. Gli dei decidono di intervenire e, naturalmente, non per offrire aiuto e supporto, ma per perseguire mire personali fin troppo umane. E’ quello che ci ha sempre raccontato la mitologia greca: vicende di divinità antropomorfe logorate dai limiti più bassi e carnali che, tuttavia, osservano gli uomini dall’alto, fanno sorgere il sole guidando un carro infuocato, dispensano amore con arco e frecce, diffondono odio con pomi avvelenati, portano messaggi con ali ai piedi e qui e lì raccolgono offerte votive, doni e templi in proprio onore.
Ecco, per gli dei di Turtletaub non c’è spazio né tempo per le offerte. Vivono a New York, sono costretti a lavorare per vivere, hanno ritmi cittadini e devono correre a prendere la metro e prenotare taxi. Zeus è rintanato in casa da anni, Afrodite continua a impazzire di gelosia per Apollo, che intanto conduce un programma televisivo sull’arte divinatoria e flirta con le veline della trasmissione.
Insomma, le potenti divinità della Grecia e di Roma non trovano posto nel nuovo Olimpo della Grande Mela, non c’è più nessuno ad adorarli. Quando i due protagonisti della storia si innamorano follemente giocando a Scrubble ma hanno troppa paura per confessarselo, Apollo si invaghisce a sua volta della giovane newyorkese e Afrodite non può far attendere la sua vendetta:manda suo figlio Eros a complicare un po’ le cose. Ecco che la marcia è inserita e gli ingredienti per la storia ci sono già tutti. A questo punto ironia, autocritica, comicità leggera e lotte tra mondano e oltremondano, condiscono il tutto sapientemente e rendono solare l’atmosfera in sala.
Il lieto fine è esattamente quello che ci si aspetta, non ci sono grandi colpi di scena né trepidazione di alcun tipo. Gli dei riacquistano potere inducendo i mortali a credere in loro ancora una volta, a lottare uniti contro Ade, il terribile e potente dio degli inferi. Qua e là Turtletaub lancia ammicchi allo spettatore, ci si scambia un occhiolino d’intesa, un sorriso sghembo di fronte a una realtà condivisa e consapevolmente ben lontana dai grandi fasti del passato.
Gods behaving badly è un film piacevole, per chi ha voglia di trascorrere qualche ora a ridere di sé e del proprio mondo, paradossale da ogni angolazione in cui lo si osserva.