Concerto dedicato ad Aldo Clementi presso la Sala Casella ,nel contesto del 49° festival di Nuova Consonanza. Esecutori l’ensemble L’Arsenale diretto da Marco Angius.
Artisti:
Ensemble L’arsenale
Livia Rado – soprano
Alessandro Giangrande – controtenore
Elena Càsoli – liuto
Filippo Perocco – organo
Silvia De Maria – viola da gamba
Marco Angius – Direttore
Dove: Sala Casella
Quando: 4 dicembre 2012
Info:
“Mi interessano i poli estremi, l’alternarsi tra l’incomprensibile sonoro e il comprensibile, quello che io chiamo assorbimenti ed evidenze: man mano che assorbi nascondi, seppellisci gli oggetti originali di questa musica che hai costruito; man mano che assottigli vengono a galla”. Basterebbero queste parole, pronunciate dallo steso Aldo Clementi a proposito della sua musica, per descrivere il concerto che si è tenuto martedì sera presso la Sala Casella in via Flaminia, all’interno del 49° Festival di Nuova Consonanza. Il concerto ha fatto da chiosa ad una giornata intitolata Omaggio ad Aldo Clementi, durante la quale si è tenuto un convegno presso l’aula di Storia della Musica Nino Pirrotta dell’università la Sapienza, dal titolo Aldo Clementi e la musica contemporanea a Roma e in Italia.
La produzione musicale di Clementi ha visto, nella sua storia, una molteplice evoluzione: fra gli anni ’50 e ’60 passa dal periodo strutturale, a quello dell’aformale ottico; a partire dagli anni ’70 si parla di periodo diatonico. Quest’ultimo è caratterizzato dall’introduzione, da parte di Clementi, di materiali modali e tonali all’interno delle opere. In questo contesto si inseriscono i brani eseguiti alla Sala Casella: Aria (Dowland) (2001) per voce femminile, liuto e viola da gamba, Fantasia (1978) su frammenti di Michelangelo Galilei per liuto, Otto Frammenti (1978) da una “Ballade” di Charles d’Orléans per soprano, controtenore, liuto, organo e viola da gamba. Il legame con il passato è evidentissimo sin dai titoli e viene confermato dall’utilizzo frequente, in tutte e tre le opere, di materiali tratti dal passato. In Aria Clementi attinge dal musicista rinascimentale John Dowland (1563 – 1626); in Otto Frammenti vengono invece utilizzati L’Homme armé, una famosissima canzone del XV sec., e un testo coevo di Charles d’Orleàns (1394 – 1465); in Fantasia il riferimento musicale è preso dal Primo libro d’Intavolature per liuto di Galilei (1575 – 1631).
Nell’assistere a queste opere ci si trova allo stesso tempo disorientati e rassicurati; il compositore, grazie al rigoroso uso delle tecniche musicali e all’assoluto controllo di tutto il materiale sfruttato, pilota il nostro “senso dell’orientamento sonoro”, in alcuni momenti turbandoci tramite la densa complessità dell’elaborazione dei materiali antichi non sempre riconoscibili, in altri confortandoci grazie al riemergere degli stessi materiali, individuabili dal nostro orecchio. La scrittura di Clementi restituisce la sensazione di una voragine sonora, con un fluire molto uniforme, ambiguamente statico, nel quale i frantumi del passato sono l’unico vero e proprio appiglio per l’ascoltatore.
Il Festival continuerà con: il 5 un concerto dedicato a Aldo Clementi e Franco Donatoni, il 12 un concerto dal titolo L’Organo Antico, e il 14 il concerto Portrait Mark Andre, dedicato alle musiche del compositore Mark Andre.