Dal 25 settembre al 14 ottobre la nuova commedia di Gianni Clementi sarà in scena al Teatro de’ Servi, diretta da Vanessa Gasbarri e con Giorgia Trasselli e Antonio Conte.
FINCHE’ VITA NON CI SEPARI OVVERO W GLI SPOSI
di Gianni Clementi,
regia Vanessa Gasbarri
con Giorgia Trasselli, Antonio Conte, Nicola Paduano, Alessandro Salvatori, Cristiana Vaccaro
Teatro de’ Servi, Roma
Dal 25 settembre al 14 ottobre 2012
L’inedita commedia di Gianni Clementi è ambientata in casa Mezzanotte: famiglia medio borghese romana, sono le 4.30 del mattino. All’interno delle mura domestiche vige l’inquietudine: fervono i preparativi per le nozze di Giuseppe, paracadutista dei carabinieri e figlio di Alba e Cosimo, a sua volta maresciallo in pensione dell’Arma.
Appena rientrato da una missione in Afghanistan, Giuseppe è in procinto di sposare la figlia del signor Spampinato, proprietario del ristorante “La Scamorza”. Alba non riesce ad accettare l’idea di imparentarsi con quella che lei definisce una famiglia di sguatteri e non perde occasione per ricordarlo al marito ormai esausto, fomentando una tradizione di bonari ed inoffensivi litigi lunga trentacinque anni. L’arrivo di una hair stylist e make up artist – come ama definirsi – induce la famiglia ad accelerare i preparativi, in un generale clima di comicità e allegria, che verrà presto incrinato dalla venuta di Mattia, collega del futuro sposo, giunto in tutta fretta dall’Afghanistan.
La commedia mette in scena una dimensione familiare quanto mai complessa, in cui si intersecano ipocrisia, classismo, e molto peggio. Nonostante i toni mantengano costantemente un registro leggero e ridanciano, Clementi descrive una famiglia conservatrice e reazionaria, incapace di adattarsi alla modernità. Alba e Cosimo costituiscono una coppia gioviale, ma retrograda, che inevitabilmente ha cresciuto un figlio irresponsabile che sarebbe disposto a obliare l’amore della sua vita pur di salvare le apparenze. Quello che nel primo atto si denota come un figlio modello, si rivela successivamente come uomo codardo e disonesto.
Altrettanto aspra risulta la critica dell’autore al corpo dell’Arma, e soprattutto al celebre consiglio elargito dai Superiori: non palesare nessun orientamento che esuli da una presunta virilità.
Impeccabile l’interpretazione di Giorgia Trasselli nei panni della madre bigotta: appare evidente l’ascolto costante della vita scenica del personaggio, e i conseguenti cambi repentini di ritmo interno. La regia prevalentemente naturalistica consente la perfetta realizzazione di quel gioco che è il credere: non attendere la risposta del partner né la risata del pubblico, ma discostarsi quel che basta dal copione per stare nella realtà dell’opera.
Convince e diverte anche la giovane parrucchiera di Portonaccio, interpretata da Cristiana Vaccaro. Last but not least, la terza donna della compagnia, che ne è anche il nucleo creativo: la regista Vanessa Gasbarri, che a tratti interrompe il realismo predominante con intervalli astratti, realizzati con un sapiente uso di veli e dell’effetto controluce.
Nessun commento
Pingback: La spallata | Pensieri di cartapesta
Pingback: Il tempo delle mele … cotte | Pensieri di cartapesta