Fragile show con debiti e gratitudine a Il soccombente di T. Bernhard compagnia Biancofango con Andrea Trapani drammatrurgia e regia Francesca Macrì e Andrea Trapani costumi Isabella Faggiano disegno luci Mirco Maria Coletti Teatro dell’Orologio, Sala Gassman – Roma dal 20 gennaio al 1° febbraio 2015
Luce, panca, monologo in dialetto toscano. Questi gli unici elementi di cui ha bisogno la messa in scena della compagnia Biancofango nel suo Fragile Show, terzo parte della Trilogia dell’inettitudine ispirata con “debiti e gratitudine” a Il soccombente di Thomas Bernhard.
Il protagonista, soprannominato Mastino, gira attorno alla panchina in una marcia sempre più ossessiva che, mimando il ritmo dei suoi pensieri, è momento propulsore di tutte le vicissitudini che vedremo scorrerci davanti: la sofferenza irosa contro la sorella che lo ha abbandonato, contro il padre che non credeva abbastanza in lui, contro l’amante che gli chiede solo denaro, contro i colleghi musicisti, o troppo mediocri o troppo geniali. «Per quelli che si dicono artisti, il cappello diviene accessorio obbligatorio»: una dette tante battute, pronunciate per deridere gli altri e le loro debolezze, che divertono il pubblico in sala; risate amare, ovviamente, dovute a una comicità strettamente legata al sentimento di rivalsa e all’impotenza di un personaggio votato al fallimento e all’invidia.
Attraverso l’interpretazione di tutti i personaggi che rimbombano nella testa di Mastino, l’energico Andrea Trapani ricostruisce le cause, mostrandone simultaneamente gli effetti, di questa isteria di un corpo preso da mania che non riesce a fermarsi neanche per un secondo; un corpo attoriale che anima la scena e crea immagini per le parole in un circolo virtuoso con la drammaturgia di Francesca Macrì.
Uno spettacolo rigoroso nello scandagliare i sentimenti di un singolo uomo, riuscendo a restituire un discorso scenico che, prendendone le distanze, diviene universale. Nel vedere portate all’estremo le insicurezze e angosce umane, soprattutto quelle di chi ogni giorno sconta la pena di doversi confrontare con la propria incapacità o meno di produrre arte, non si può fare a meno di riflettere tanto su cosa sia il processo di creazione artistica e cosa esso comporti, quanto sulla percezione che l’artista ha di se stesso e del giudizio altrui. Questioni da tenere sempre bene a mente.