FRAGILITÀ ROSA CONFETTO

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Una cornice semplice per un pensiero composto. Tutto in una veste gradevole e fluida. Così appare Lulù Ruud e le altre, messa in scena di idee al femminile, il cui fulcro è il perenne equilibrio tra passato e prospettive future.Spettacolo pulito e originale, quello di Emanuela Cocco, tanto più che si raggiunge l’equilibrio mettendo in connessione, e in dolce contrasto, le esigenze naturali delle donne di oggi con le rivendicazioni di ieri, senza produrre attriti né fastidi.

L’ambizioso progetto riesce nell’intento: il messaggio passa diretto, senza forzature; senza scadere in un riflusso femmminista ormai datato e senza rinunciare, tuttavia, alla naturale ricerca, tutta femminile, di dimensione sociale e autostima. Si riflette tra donne, per le donne, senza annoiare.

Una bravissima Cristina Aubry permette il passaggio continuo ed elastico tra la dimensione di una donna impegnata nel sociale e quella più tradizionale della donna classica, con ironia, autoironia, leggerezza. Tra musiche iconografiche e cambi di marcia, s’impegna per un’ora, tra ricordi, dialoghi virtuali e soliloqui. Percorre con scioltezza un tema già trattato altrove in altre salse stanche e ritrite.

Lulù Ruud e le altre sembra una vibrazione di energie concentrata in un unico flusso di parole dirette alle donne, ma fruibili da tutti. È una fortuna o una sventura nascere donne? Questione dolcemente irrisolta, nervo latente e a volte scoperto di tutto lo spettacolo.

Dall’icona di femminilità che si vede in tv all’inizio (Colazione da Tiffany), si corre lungo un filo di riflessioni tra personaggi raccontati ed esperienze pregresse, fino ad inveire con la forza unica del gentil sesso contro gli stessi stereotipi di cui la donna classica sembra essere schiava. Ma senza rabbia cieca, senza ideologia; con una fragilità dubbiosa che dipinge tutto il monologo di un gradevolissimo rosa confetto.

Semplice e scorrevole il tutto: unica via possibile, nella sostanza azzeccata.

LULÙ RUUD E LE ALTRE…

di Emanuela Cocco

con Cristina Aubry

regia Emanuela Cocco

Scena e Costumi  Cinzia Iacono

18 novembre 2011, Teatro dell’Orologio – Roma

 

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