Dove: Casa del Jazz Chi: Tinissima quartet. Francesco Bearzatti, sax e clarinetto, Giovanni Falzone, tromba, Danilo Gallo, basso elettrico, Zeno De Rossi, batteria Quando: 25 Novembre 2015
Fa tappa a Roma, nella cornice di Villa Osio, la più spregiudicata realtà musicale del jazz contemporaneo. Dopo l’omaggio ai personaggi scomodi ed affascinanti di Tina Modotti e Malcolm X e dopo la rivisitazione in chiave rock di Thelonious Monk, Francesco Bearzatti è tornato a comporre, ispirato dalle gesta politiche e musicali del precursore della folk music di protesta americana: Woodye Guthrie.
Quest’album, tributo al leggendario folksinger, uscito per la CamJazz, è il pretesto per richiamare i suoi fedeli compagni per un mini tour italiano che ha toccato il palco della Casa del Jazz lo scorso 25 Novembre. I fedelissimi accompagnatori, amici e collaboratori di vecchia data, sono Giovanni Falzone alla tromba e l’eccezionale ritmica composta da Danilo Gallo al basso e Zeno De Rossi alla batteria.
Affiatamento, energia e dinamismo sono solo alcuni degli attributi accostabili al quartetto.
Affiatamento che è sicurezza e complicità: quattro personalità, legate da anni di lavoro insieme e da una tecnica che mette tranquillità, che si comprendono da uno sguardo, da una nota, che giocano con audacia e si appoggiano alle dinamiche degli altri.
Energia che è esplosività e voglia di rompere gli schemi: i brani sconfinano dal jazz propriamente detto e ascoltato e assumono dei contorni folk, rock e in alcuni casi klezmer, che richiamano John Zorn con rispetto e unicità. Tutti brani ispirati alla vita del cantautore americano, brani che percorrono atmosfere malinconiche nei blues nostalgici, ma anche vitali e graffianti, tra accenni hard-bop e pulsioni free.
Dinamismo che è sia sensazione di continuo movimento, ma soprattutto di variabilità ritmica: non c’è un momento di rilassamento o di vuoto, tutto è pieno e l’andamento è vorticoso, nel suo alternarsi di duetti melodici, soli intensi e vibranti e di unisono dalle forti capacità espressive. A cominciare da un Gallo che tiene e tira le fila della serata con il tema di Okemah al basso elettrico e tesse la tela ritmica così finemente costruita. Tela a cui si accostano i due fiati nella loro prorompente espressività, frutto di personali invenzioni dinamiche e ricerche compositive sperimentali. A corredo di tutto la forte ma mai eccessiva presenza di De Rossi, coadiuvato da piccoli giocattoli sonori.
Bearzatti, dallo stile compositivo ed esecutivo unico e inconfondibile, rimarca con questo lavoro anche un impegno sociale prima che politico. This Machine Kills Fascists, adesivo che contraddistingueva la chitarra di Guthrie , è anche il nome dell’album, e il suo sax che campeggia in copertina è lo strumento da militante, attivista che, come il suo beniamino, utilizza la musica come arma e la bellezza come antidoto alla volgarità.