Francesco Leineri live @ Teatro Studio Uno
di e con Francesco Leineri
18 dicembre 2016, Teatro Studio Uno, Roma
Francesco Leineri è un giovane compositore, pianista, polistrumentista e performer che fin dal principio della sua carriera artistica ha collaborato e contaminato il suo lavoro con il teatro, creando pièce che fossero l’atmosfera di opere teatrali o concentrandosi in una produzione più privata che portasse una struttura drammaturgica alla ricerca del suono – come lui stesso racconta nell’intervista rilasciataci, nella quale parla del suo format dandogli il nome di concert-in-spettacolo.
Il Teatro Studio Uno ha creato un sodalizio con questo artista ed è dal 2011 la casa romana che ospita i concerti “spettacolarizzati” di Leineri. E’ qui che dal 16 al 18 dicembre 2016 Leineri ha proposto il suo ultimo lavoro, Solo.
Solo è una stanza silenziosa nel quale un pianoforte diventa il confidente di un’anima che attraverso le dita, il peso che esercita su di esse, la postura, gli accenni vocali liberatori si denuda, mostrandosi nella lotta, nel ricordo, nel profondo atto di dolore. Accompagnato dalla solitudine dell’attimo, come un mare, fluiscono pensieri attraverso note che si svolgono, seguendo dalla partitura dettata dal momento e dall’impeto, aprendosi in vortici e spirali di suono organiche che destabilizzano per la verità che portano. Il pubblico, che viene accolto nella Sala Specchi con tarallucci e vino – offerti dallo stesso Leineri per mettere l’accento sul clima di condivisione e tranquillità ai quali invita – si trova di fronte ad un momento intimo e privato di creazione, che sembra riflettere l’interiorità di chi attraverso la musica pensa e che costantemente racchiude in sé uno spazio per il dialogo sonoro. Sincero e libero Leineri si concede al pianoforte, che risuona delle vibrazioni interne del suo percussore.
Sono tre gli excursus sonori presentati dal compositore – più un quarto, come bis a conclusione della serata –, che in questa occasione si presenta come pianista ed esecutore: la materia che compone i pezzi, tutti di simile durata fatta eccezione per l’apertura – un cullare di onde che diventa tempesta per poi calmarsi di circa trenta minuti –, è grezza ed autentica, vitale. Il carattere è profondamente diverso da una composizione all’altra ed esplora la molteplice sfaccettatura dell’umano colorandosi di tenerezza, malinconia, perversione, desiderio, speranza, ossessione, sogno, prendendo forma nel potente atto carnale dell’esecutore. La postura riversa sul pianoforte, un simil abbandono che richiama all’appoggiarsi sulla spalla di un amico quando si è perseguitati dai propri demoni, è probabilmente il modo più efficace di presentare un canto di solitudine al pianoforte. Il momento di solitudine genera un’inquietudine e una possibilità di potersi esplorare e raccontarsi la verità ed è forse uno degli aspetti che accomuna il genere umano: Leineri lo esplora senza timore davanti ad ristretto numero di partecipanti. Fortunati di potersi riconoscere, di poter regalare una lacrima o un sorriso di fronte ad una timidezza vinta dal dialogo profondo con uno strumento polifonico, potente e delicato, dotato di un’eco malinconica come il pianoforte. Leineri si svela, in un atto unico d’amore profondo. Bravò.
Per rimanere informati sulle continue attività di Francesco Leineri visitate il sito, dove sono aggiornate le informazioni sui progetti e le date imminenti. Per fare un ascolto della sua musica, ecco il soundcloud dell’artista.