G. Paquet-Brenner | Dark Places

0

Dark Places
Dark Places, di Gilles Paquet-Brenner, Francia 2015, 113′
Prodotto: Exclusive Media Group, Mandalay Vision, Cuatro Plus Films, Da Vinci Media Ventures, Daryl Prince Productions, Denver and Delilah Productions, Hugo Productions
Distribuito: M2 Pictures
@ dal 22 Ottobre nelle sale italiane
 
 
 
 

Sull’onda del successo di Gone Girl – L’amore bugiardo, thriller di Gillian Flynn portato sugli schermi con l’adattamento curato da David Fincher, Gilles Paquet-Brenner sceglie di riadattare, il romanzo precedente dell’autrice, Dark Places – Nei luoghi oscuri.

La Flynn è un’amante dei giochi mentali e mostra una grande bravura nella gestione delle parole e dei piccoli intrighi che dissemina lungo la struttura di tutte le sue storie. Il mondo e l’atmosfera di Dark Places – Nei luoghi oscuri sembrano, infatti, anticipano quello che poi sarà lo stile, approfondito e migliorato, del successivo Gone Girl.

Libby Day è una sopravvissuta alla strage di sua madre e delle sue sorelle all’età di otto anni. Oltre lei, l’unico superstite è suo fratello Ben, ritenuto sadico colpevole dell’accaduto dalla sorella stessa. Ad aggravare le accuse contro Ben, all’epoca adolescente ribelle in una casa di sole donne e priva di una figura paterna, sono le dicerie che girano sul suo conto riguardanti la sua lealtà nei confronti del diavolo. A venticinque anni dalla tragedia, Libby (Charlize Theron) è una spiantata. Una donna tormentata dal passato e incapace di prendersi cura di se stessa. Il suo unico modo di sopravvivere è quello di “vendere” se stessa e la sua tragica storia al miglior offerente. A pochi giorni dalla prescrizione del suo caso, Libby viene contattata da un gruppo di fanatici della criminologia, il “Kill Club”, che si sta occupando del suo caso. A Libby è chiesto di affrontare, una volta per tutte, i suoi fantasmi e di attraversare i luoghi oscuri del passato, cercando la luce della verità e senza restare inghiottita dalle sue tenebre.

Nonostante ci troviamo di fronte ad un thriller di tutto rispetto dove il tocco della Flynn è dominante, nell’alternanza tra verità e bugie, tra il potere della suggestione e quello dell’immagine, Dark Places – Nei luoghi oscuri rispetto al suo predecessore Gone Girl, rasenta piattezza e banalità.

Dark Places

Gilles Paquet-Brenner non ha la stessa lucidità di Fincher e si limita a a grattare solo la superficie della storia e dei personaggi senza riuscire ad andare in fondo. Il personaggio di Libby è descritto come quello di una fallita, depressa, cleptomane ma, in realtà, le motivazioni dei suoi comportamenti non vengono mostrate. Nascondersi dietro al trauma non basta. Lo spettatore si pone molte domande sul suo personaggio, domande che vengono fatte cadere nel vuoto. Alcuni elementi della semina vengono addirittura dimenticati, lasciati in un punto indeterminato della storia senza essere ripresi.

Dark Places – Nei luoghi oscuri non si dimostra essere neanche troppo originale e innovativo. La fotografia, particolarmente oscura, fredda e morbosa, è la stessa usata da Fincher in Gone Girl. Indubbiamente in sintonia con l’atmosfera della storia, ma poco significativa e non sufficiente a salvare il film.

L’interpretazione della Charlize Theron è impeccabile; potremmo dire quasi sprecata, sebbene dia giustizia a un personaggio femminile assolutamente affascinante e ricco di sfumature – che nel libro emergono con prepotenza più incisiva. Il tipo di personaggio è tipico dell’universo della Flynn, così come l’esigenza di critica nei confronti dei media e della società stessa, sorda nei confronti della verità. Purtroppo, anche in questo caso, il regista non ha saputo approfondire l’argomento, accennandolo a tal punto da renderlo insignificante. La stessa trascuratezza e fretta la si può riscontrare anche nella tematica del satanismo, usata come escamotage principale, ma banalizzata e circondata da stereotipi visti e rivisti e dunque poco credibili.

Dark Places – Nei luoghi oscuri è un film che, nonostante possa vantare una buona trama, non arriva allo spettatore. L’ottimo uso del dialogo, asciutto e poco prolisso, è simultaneo alla perdita della struttura di base della storia. I tempi di montaggio e attacco, anche in questo caso palesemente “presi in prestito” dal Gone Girl di Fincher – con l’aggravante di privarsi totalmente di una colonna sonora che, invece, avrebbe almeno salvato quel poco di suspense e suggestione all’interno delle poche scene – non sono gestiti bene.

Un potenziale totalmente sprecato quello di Dark Places – Nei luoghi oscuri.

Print Friendly, PDF & Email
condividi:
   Send article as PDF   

Autore

Gabriella Giliberti

Pugliese di nascita, romana di adozione, sogna di trasferirsi a Parigi per l'eternità. Aspirante sceneggiatrice e scrittrice. Cinefila e bookaholic incallita. Ossessionata dalla serie tv, spera di scriverne una. Vive con la penna in mano, un libro nel cassetto ed il gatto sotto al letto. Laureata alla Sapienza in Arti e Scienze dello Spettacolo, ha poi conseguito due certificazioni di Alta Formazione in Sceneggiatura, di cui una alla Roma Film Academy (ex NUCT, Cinecittà), dove ha concluso uno stage come sceneggiatrice. Scrive come autore e critico cinematografico per Lega Nerd e collabora con Cinematographe.it. Ha collaborato come redattore di cinema e serie tv con Vertigo24.

Lascia un Commento

Continuando ad utilizzare il sito, l'utente accetta l'uso di cookie. Più info

Le impostazioni dei cookie su questo sito sono impostati su "consenti cookies" per offrirti la migliore esperienza possibile di navigazione. Se si continua a utilizzare questo sito web senza cambiare le impostazioni dei cookie o si fa clic su "Accetto" di seguito, allora si acconsente a questo.

Chiudi